rotate-mobile
Cronaca San Donato / Corso Regina Margherita

Thyssenkrupp: depositata la sentenza, condanne che rivoluzioneranno la giustizia

Quasi 500 pagine di sentenza con condanne per i dirigenti dell'acciaieria in cui, il 6 dicembre 2007, morirono sette operai. In particolare condannato l'amministratore delegato per omicidio "con dolo eventuale"

Ieri è stata depositata la sentenza sul caso Thyssenkrupp: 460 pagine, scritte con sobrietà, per spiegare i perché di sei condanne. E in particolare di una delle sei condanne, quella per omicidio volontario, che è stata pronunciata per la prima volta da un giudice, in Italia, per una tragedia sul lavoro. La morte dei sette operai dell'acciaieria, orrendamente bruciati nell'incendio divampato il 6 dicembre 2007 mentre lavoravano alla linea 5, è costata all'amministratore delegato della multinazionale, il tedesco Herald Espenhahn, una pena senza precedenti nel panorama giudiziario italiano: sedici anni e sei mesi di carcere per omicidio "con dolo eventuale".

TUTTA LE NOTIZIE SULLA THYSSEN

Avendo rinviato un investimento importante in materia di sicurezza, ha "accettato il rischio" di un disastro. Se questa tesi verrà confermata in appello e in Cassazione, la maggior parte dei processi per gli incidenti sul lavoro e le morti bianche dovrà passare per una specie di rivoluzione copernicana. Eppure, secondo i giudici subalpini, di rivoluzione non si tratta. La sentenza si aggancia ai precedenti sanciti dalla Cassazione, sia pure per vicende completamente diverse, in materia di "dolo eventuale": e sono trenta le pronunce della Suprema Corte citate nel provvedimento. E la consapevolezza di avere compiuto una svolta, se c'é, è mascherata bene.

"Non troverete - conferma una fonte del tribunale di Torino, interpellata dall'ANSA, che ha visto le carte - frasi a effetto o considerazioni che intendono entrare nella storia. E' una sentenza piena di tecnicismi e di riferimenti giurisprudenziali non solo sul 'dolo eventuale', ma anche su altri passaggi che dovranno passare al vaglio di altri giudici". Le motivazioni hanno richiesto molto lavoro. Lo sterminato dispositivo (nove pagine fitte fitte, con tutti i nomi dell'esercito di parti civili citati uno per uno) era stato letto nella tarda serata del 15 aprile in un'aula strapiena e silenziosa dal presidente Maria Iannibelli. Ma è stato il giudice a latere, Paola Dezani, a mettersi alla tastiera. Il 15 aprile si era detto che sarebbero stati necessari novanta giorni; ce ne è voluto qualcuno di più. Quello del giudice è un resoconto asciutto, racchiuso in cinquecento pagine di cui 38 destinate a questioni introduttive, dove ogni considerazione è legata a doppio filo al frammento di una testimonianza, al passaggio di una perizia. Oltre a Espenhahn furono condannati, ma per omicidio colposo, altri cinque dirigenti. Alle parti civili vennero riconosciuti indennizzi per nove milioni di euro. (Ansa)

Sentenza Thyssen: il presidio fuori dal palazzo di giustizia - foto di Nicola Balice

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Thyssenkrupp: depositata la sentenza, condanne che rivoluzioneranno la giustizia

TorinoToday è in caricamento