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Morto a Torino dopo un pugno e un pasto all'ospedale: per il giudice il medico non è stato responsabile

L'aggressore ha patteggiato

Patteggiamento di una pena di tre anni di carcere per l'aggressore che sferrò il pugno, assoluzione per il medico che somministrò alimenti a Christian Fuentes Sanchez, il peruviano di 40 anni morto nel luglio 2017 all'ospedale Giovanni Bosco di Torino. La sentenza è stata pronunciata a inizio marzo 2021 dal giudice per l'udienza preliminare Agostino Pasquariello e non ha soddisfatto i familiari della vittima, soprattutto nella parte riguardante la dottoressa accusata di omicidio colposo.

Tutti d'accordo sul patteggiamento di Bogdan Mogos, romeno che oggi ha 29 anni e che si era costituito dopo l'accaduto. Era accusato di omicidio preterintenzionale ed era difeso dall'avvocato Wilmer Perga. Ha sempre ammesso di avere sferrato un pugno al peruviano facendolo cadere a terra all'interno del bar Alea di via Lauro Rossi e ha sempre detto di non essersi reso conto di avergli provocato danni gravi.

Più controversa, invece, la posizione della sanitaria del Giovanni Bosco, oggi 43enne, per cui il pm Gianfranco Colace, che ha coordinato le indagini della polizia, aveva chiesto una condanna a un anno per omicidio colposo. Difesa dall'avvocato Gianmaria Nicastro, è stata assolta nel processo (che si è tenuto con rito abbreviato) perché, proprio come ha sempre sostenuto il suo legale, non è stata dimostrata la causalità tra la somministrazione del pasto (roast-beef e puré) e il decesso. Per questo, sia l'accusa che i legali della famiglia della vittima, Giuseppe Lanzavecchia e Gianluca Garaffo (questi ultimi avevano chiesto alla donna un risarcimento di 150mila euro), hanno annunciato ricorso in appello contro la sentenza.

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