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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Castellamonte

Sentenza, giudice del lavoro dà ragione all'infermiera no-vax: "Sbagliati consenso informato e mancato demansionamento"

Ha condannato l'Asl a risarcirla degli stipendi percepiti da quando è stata lasciata a casa fino al reintegro

Una sentenza del giudice del lavoro Magda D'Amelio del tribunale di Ivrea, pronunciata il 15 marzo 2022, dà ragione a un'infermiera no-vax di 55 anni contro l'Asl To4 che l'aveva lasciata a casa senza stipendio dal 4 settembre 2021 dopo che aveva rifiutato di vaccinarsi perché rifiutava di firmare il consenso informato. Lavorava all'ex ospedale di Castellamonte, ora trasformato in poliambulatorio, e secondo il giudice l'azienda sanitaria non ha preso in considerazione l'idea di demansionarla, trasferendola per esempio al centralino.

La donna è stata rappresentata in aula dagli avvocati Cinzia Persico e Marco Pinato. La mattina in cui è stata sospesa di era effettivamente presentata al centro vaccinale situato alla ex Manifattura di Cuorgnè, ma era accompagnata dai suoi legali per sostenere che, in quanto obbligata a vaccinarsi, non avrebbe firmato il consenso informato in modo che eventuali danni fossero pagati dal pubblico. Il medico vaccinatore, a quel punto, si era rifiutato di somministrarle il vaccino ed era scattata la sospensione senza stipendio.

L'Asl To4 è stata condannata a pagare le retribuzioni maturate e non percepite dalla data della sospensione a quella della effettiva riammissione in servizio e anche a rifondere alla ricorrente le spese legali. Si tratta di una sentenza di primo grado contro cui la stessa azienda potrà presentare ricorso e che quindi non passerà in giudicato. I due presupposti che potrebbero costituire un precedente sono, appunto, la possibilità di rifiutare il consenso informato per le categorie con obbligo vaccinale e l'obbligo di valutazione di altra collocazione per il datore di lavoro.

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