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Cronaca Barriera di Milano / Via Rondissone, 8

Stuprata da un membro della comunità: uomo condannato a quattro anni

Ente religioso estraneo ai fatti

Quattro anni e quattro mesi di carcere per un membro della comunità Baha'i accusato di avere ripetutamente violentato una 13enne a cui dava ripetizioni perché, a detta dei genitori, andava male a scuola. Il caso era emerso nell'aprile 2017, mentre la sentenza è stata pronunciata oggi, venerdì 1 dicembre 2017, dal gup Riccardo Ricciardi al termine di un processo avvenuto con il rito abbreviato.

Il pm Mario Bendoni aveva chiesto una condanna a sette anni, ma il giudice ha tenuto conto del fatto che la vittima, difesa dall'avvocato Emanuela Martini, non si è costituita parte civile nel procedimento in quanto è stata del tutto risarcita, non solo dal punto di vista economico ma anche da quello morale, con una lettera di presa di coscienze e contrizione da parte dell'uomo, che era stato arrestato nell'aprile 2016.

La comunità, in realtà, è risultata del tutto estranea alla vicenda, benché le violenze siano avvenute nella sede di via Rondissone 8/D. L'imputato, un iraniano ultracinquantenne, fece però tutto autonomamente. Nel caso erano stati coinvolti anche un amico della famiglia della vittima, residente nello stabile di via Rondissone dove si trova la sede della comunità locale, e una psicologa che non fa parte della comunità, accusata di favoreggiamento, che aveva chiesto la messa in prova.

"Per il mio cliente - sostiene l'avvocato Daniela Rossi, che lo ha rappresentato nel processo - ci sono i margini per una ulteriore riduzione in appello, in quanto ha mostrato pieno pentimento e volontà di risarcire completamente la parte lesa".

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