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Cronaca

I genitori si rifiutano di riconoscerla per una malformazione, bimba salvata grazie a tecnica mai sperimentata in Italia

La piccola, affetta da una grave malformazione, è stata salvata grazie a una tecnica di trapianto di membrane amniotiche, mai effettuata prima d'ora in Italia

I genitori si sono rifiutati di ricoscerla perchè colpita da una terribile malformazione del tubo neurale che avrebbe potuto comportare per la piccola difficoltà o impossibilità nel camminare e nel controllo della vescica, oltre a conseguenti disturbi neurologici.

Una storia eccezionale quella della piccola, nata lo scorso giugno presso l'ospedale Sant'Anna di Torino, ora con buone prospettive di crescita grazie a una tecnica di trapianto di membrane amniotiche, mai effettuata prima d'ora in Italia.

La mamma, residente in una città della provincia di Alessandria, non aveva purtroppo effettuato controlli in gravidanza e solo pochi giorni prima del parto si è presentata all’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino, dove è stata diagnosticata al feto una grave malformazione del tubo neurale. Il mielomeningocele è una gravissima malformazione congenita del sistema nervoso centrale, che fa parte dei cosiddetti "difetti del tubo neurale". E' conseguenza di un difetto di saldatura degli archi vertebrali posteriori con conseguente fuoriuscita delle meningi e del midollo spinale.

Dopo il parto la neonata è stata subito trasferita presso la Rianimazione dell'ospedale Infantile Regina Margherita, dove è stata sottoposta a intervento neurochirurgico di riparazione del difetto congenito, da parte dell’équipe diretta dalla dottoressa Paola Peretta. Dopo l'intervento restava però aperto il grave problema, come sempre in questi bambini, del calvario conseguente alle difficoltà e ai lunghi tempi di chiusura del grave difetto della cute sovrastante la malformazione. Questo problema rappresenta il più grave pericolo per la sopravvivenza e per la qualità della vita dei piccoli pazienti, compresa la ripresa motoria.

Proprio per questo motivo, durante il successivo ricovero, il dottor Giovanni Montà, chirurgo di Chirurgia Plastica pediatrica, ha deciso di applicare per la ricostruzione della perdita di sostanza una tecnica mai utilizzata finora in ambito neonatale. Sono state applicate, per la copertura del difetto cutaneo, delle "membrane amniotiche" e cioè si è proceduto a una sorta di trapianto d’organo, utilizzando un materiale con caratteristiche rigenerative e antinfiammatorie del tutto particolari.

La velocità di riparazione della perdita di sostanza è stata sorprendentemente rapida e ha
consentito di iniziare il percorso fisioterapico precocemente. "Questa rapida ripresa apre importanti speranze per fornire alla piccola paziente un iter terapeutico più rapido, accorciando il preziosissimo intervallo critico per rendere favorevoli gli interventi di riabilitazione indispensabili per la sua qualità di vita futura - ha affermato la dottoressa Francesca Giuliani -. Medici e infermieri stanno facendo squadra per sostenere il difficile percorso della piccola paziente".

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