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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Salone del libro, indagati l'ex sindaco Fassino e l'assessora Parigi

Avvisi di garanzia anche ad altre 5 persone

L'inchiesta sul Salone del Libro vede coinvolti anche l'ex sindaco Piero Fassino e l'assessore regionale alla Cultura Antonella Parigi. Ad entrambi oggi sono stati notificati gli avvisi di garanzia giunti anche ad altri cinque ex componenti del consiglio d’amministrazione della Fondazione. 

Parigi esprime piena fiducia nel lavoro della magistratura cui offrirà la massima collaborazione e Fassino si dice sereno.

Nel fascicolo aperto in procura si parla, a vario titolo, di turbativa d’asta, falso ideologico e falso in bilancio. Gli accertamenti riguardano l'affidamento dell'edizione 2015 del Salone del Libro, la predisposizione del bando di gara per l'edizione seguente e la votazione del bilancio 2015 dove sarebbe stato sopravvalutato il valore del marchio della Fondazione (inserito a bilancio per coprire i debiti), secondo l'accusa del pm Gianfranco Colace.

"Nell’apprendere le notizie riguardanti gli odierni invii degli avvisi di garanzia nell’ambito dell’inchiesta sul Salone del Libro di Torino, ricordo che mai come in questo caso l’avviso di garanzia vale come atto a tutela dei diritti delle persone indagate. Ribadisco quindi piena fiducia nell’operato dell’assessora Parigi, e sottolineo che sulla vicenda del Salone del Libro siamo sempre stati tutti guidati da un solo obiettivo, quello di rafforzare la manifestazione e quindi di fare l’interesse della città" afferma il presidente della Regione Sergio Chiamparino.

Invece il capogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte Gilberto Pichetto dichiara: "Continuando ad essere garantisti non si può tuttavia far finta di nulla rispetto ai reati contestati all'assessore alla Cultura Antonella Parigi; pertanto chiediamo alla stessa di fare, anche nel suo interesse, un passo indietro affinché possa affrontare serenamente quanto contestatole dalla magistratura. Domani mattina chiederemo al presidente Chiamparino di riferire in Aula, non per sciacallare come uso ed abitudine di altre forze politiche, ma perché crediamo che sia doveroso tutelare gli interessi della nostra Regione".

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