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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Vanchiglia / Lungo Dora Siena

Romanzo Quirinale: l'Unito analizza e racconta l'elezione di Mattarella

Un gruppo di professori e studenti, competenze scientifiche e manageriali, uno spazio in cui creare e tanto tanto lavoro. Così nel nuovo Campus di via Lungo Dora si studiano il presente e i social network per offrire una visione chiara di come e quanto si discute sul web

L'Università continua a creare, anzi non ha mai smesso. Nel Campus affacciato sulla Dora un'idea prende vita nelle classi dell'Unito dove la professionalità imprenditoriale e la ricerca scientifica creano un valore aggiunto e gratuito per la collettività. Stiamo parlando di Romanzo Quirinale, senza hashtag per il momento, progetto nato dall'incontro e la coesione di "cervelli rimasti in Italia" e studenti in grado di realizzare uno studio quantitativo e qualitativo delle tendenze sui principali social network, con particolare attenzione a Twitter, durante l'elezione del dodicesimo Presidente della Repubblica. 

"Questo tipo di evento è particolarmente buono perché non é esagerato come dati e inoltre tutta questa iniziativa non sarebbe possibile senza una dimensione didattica. Venticinque, trenta studenti che si caricano tutte queste ore di lavoro rappresentano un aspetto didattico. Come se fosse un ospedale universitario, come insegnare agli studenti di chirurgia le basi dell'operare", le parole di Cristopher Cepernich danno un chiaro esempio di come questo progetto sia innanzi tutto legato al suo profilo più scientifico e di ricerca.

Con Querys, la start-up fondata dai creatori del progetto, e l'Università è iniziata quindi la prima analisi qualitativa dei tweet pubblicati lungo lo stivale durante le elezioni:  "Ci concentriamo su Twitter perché in queste evenienze le dinamiche sono sicuramente interessanti e particolarmente attive - spiega il professore Cepernich - ma anche per motivazioni tecniche: siamo costretti ad analizzare Facebook e Instagram in modo più soft, più qualitativo e di nicchia con attenzione a dettagli diversi". 

Analisi quindi più approfondita , "più hard", sul sito di microbloggin, ma è importante spiegare che: "Il nostro tipo di logica non è giornalistica, é piuttosto da studiosi, senza voler dire che una sia migliore o peggiore - continua il docente mentre tutto intorno si sta svolgendo l'analisi e la raccolta di dati da oltre venti studenti e si raccolgono i dati sulla seconda votazione in corso in Aula - però, per esempio l'altro giorno siamo stati 5 ore per trovare un elenco di attori dell'informazione, politici, giornali e siti web in grado di essere un valido referente. Per noi questo è un esperimento e potrà anche avere dei limiti, come qualcuno ci ha fatto notare, ma rimane molto interessante per noi l'esperienza di laboratorio in grado di far confrontare gli studenti con un ambiente professionale e in qualche modo aziendale". 

Matteo Pisciotta è seduto davanti al suo pc e ci spiega che esistono sicuramente dei software in grado di sommare le discussioni sui social, ma sarebbero solo degli enormi aggregati di numeri: "Ci occupiamo di trend, indicazioni di tipo quantitativo, nomi, retweet e citazioni - spiega Matteo - per far questo avremmo potuto pagare un abbonamento per copiare i dati da qualcuno, ma non avremmo avuto il controllo su questi dati. Noi invece - le mappe create con i software sono delle reti di frecce che corrono tra i pallini dove sono indicate le parole utilizzate più frequentemente twittate - ci siamo affidati alla raccolta di dati direttamente da Twitter e li raccogliamo su Google fogli così utilizzando un piccolo script (formula matematica che permette di effettuare una ricerca tra molti dati catalogati, ndr) per trovare dei termini che vogliamo. Mettiamo tutto nel cloud (spazio di archiviazione sul web, ndr), usiamo lo spazio gratuito di Google, e così facendo usiamo le nostre statistiche di base per elaborare risultati". Inoltre, sottolinea, che insieme a Giuseppe Tipaldo hanno sviluppato alcuni processi in grado di individuare gruppi di discussioni rappresentati da hashtag, per esempio #Mattarella o #PresidenteRepubblica, ed elaborare mappe interattive in grado di descrivere qualitativamente le relazioni tra le diverse parole

"Abbiamo quindi fatto qualcosa che in pochi casi è stata fatto - siamo di fronte alle mappe interattive - abbiamo individuato i protagonisti come Mattarella, Renzi, Berluconi, al centro della mappa e una connessione tra di loro e i termini e gli hashtag usati con una rete di associazione: quindi il risultato essenzialmente riesce a rappresentare la discussione su un nome e le parole a lui collegate. Esempio chiaro è Mattarella collegato con Renzi, la freccia è spessa e quindi dice che le persone che utilizzano l'hashtag #Mattarella utilizzano anche la parola Renzi. Altro esempio - chiarisce - è la parola #Nazareno che è collegata da frecce a parole come #spaccato, #saltato". Insomma con il lavoro di indagine qualitativa creato grazie all'unione di software opensource e algoritimi proprietari all'Unito si indaga sulle tendenze della Twittersfera in modo non solo numerico ma anche linguistico, legato proprio alle parole utilizzate per descrivere sensazioni, opinioni e stati d'animo. 

I risultati ottenuti dal professore Giuseppe Tibaldo e dai suoi collaboratori riescono a scavalcare in modo palese i confini dei luoghi comuni sulla ricerca scientifica. Si tratta di una business idea, una risorsa importante per lo sviluppo dell'informazione di qualità: "Siamo andati oltre le aspettative che avevamo, ho avuto l'idea l'ho proposta a Crish, a Matteo e a Lella ( Cristopher Cepernich,  insegna 'Sociologia della comunicazione' e 'Sistemi mediali' presso la Facoltà di Scienze Politiche e Sociologia dei processi culturali e comunicativi, Marinella Belluati insegna “Metodologia delle comunicazioni mediali” e “Metodi e tecniche di analisi dei media", Matteo Pisciotta Ph.D Candidate in Language and Communication Sciences, ndr) e gli studenti sono stati subito d'accordo. Tutti coinvolti, con tanta competenza e voglia di imparare: partire il primo giorno è stato difficile ma siamo riusciti ad organizzarci e finalmente riusciamo a smentire tanti stereotipi sull'Università italiana che non riesce a stare al passo con i tempi, sulla qualità dei docenti e degli studenti ma soprattutto loro e la capacità di essere appetibili al business, anche se qui di fatto nessuno percepisce niente, ma siamo in gradi di posizionarci e farci notare fuori dal solito cerchio autoreferenziale". 

Mentre sul futuro il prof. spiega: "Si questa è una business idea ed è ovvio sperare che eventi come questi si ripetano in futuro, ma siano in grado di dare un ritorno all'università, ai partner, agli studenti stessi che lavorano e quindi l'idea che l'università si apra al business senza svendersi ma offrendo una competenza". Ecco un modo di colmare dei tempi che oggi sono riempiti da decine di opinionisti durante le lunghe ed estenuanti dirette tv.

Sui costi e gli investimenti per realizzare il progetto Giuseppe Tipaldo chiarisce: "Questo è un lavoro che offre un prodotto certificato che nasce in un ambiente che non vede solo il fine economico, ma concentra competenze e tempi che in altri casi non sono ritrovabili - spiega  -. Noi abbiamo proprietà nostre che ovviamente non riveliamo, ma esistono e se si hanno le competenze sul web esistono strumenti che permettono gratuitamente di abbattere i costi ma fino a un certo punto. Noi abbiamo molte tecnologie nostre e le usiamo, ma in questa fase cediamo tutto il nostro lavoro in Creative Commons. Vogliamo spiegare che questo è prima di tutto un ritorno verso il pubblico da parte dell'Università che riceve dal pubblico e restituisce indietro un risultato". 

A Torino tra le archittetture contemporanee del suo nuovo polo universitario si vive il presente. I docenti, i ricercatori e gli studenti applicano il metodo scientifico in una ricerca che non si limita ad essere solo quantitativa ma offre risultati qualitativi, analitici e in grado di offrire quadri completi e chiari altrimenti non reperibili e lo fa gratuitamente. Un laboratorio che non è fine a se stesso, un'università che non si chiude dentro le sue stanza ma mette i riflettori sulle grandi scrivanie dell'aula LL2 dove si vive il presente pensando di progettare il futuro e per una volta non sopportarlo. 

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