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Ritrovato un ritratto realizzato da Tiziano: è stato riconsegnato allo Stato

Il quadro, che era ritenuto perduto per sempre, è stato confiscato. Ma secondo Vittorio Sgarbi è una crosta

Il 'Ritratto di gentiluomo con berretto nero', uno straordinario quadro realizzato, secondo gli esperti, da Tiziano Vecellio, genio del tonalismo cinquecentesco, e ritenuto perduto da quasi 20 anni, è stato recuperato dai carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Torino. Dopo il provvedimento di confisca emesso dalla procura di Torino verrà restituito allo Stato italiano. L'opera ha un valore stimato di sette milioni di euro. La cerimonia di restituzione si è tenuta oggi, giovedì 19 maggio 2022, a Palazzo Chiablese alla presenza del generale Roberto Riccardi, comandante del nucleo, e dell’architetto Luisa Papotti, soprintendente per la Città Metropolitana di Torino.

L'indagine: dell'opera si erano perse le tracce dal 2003

L’indagine è partita da una richiesta inoltrata nel 2020 all’Ufficio esportazione di Torino da parte di una coppia di collezionisti piemontesi che dichiaravano il rientro in Italia dalla Svizzera dell’opera d’arte per l’esecuzione di alcuni esami diagnostici e di lavori di restauro che si sarebbero dovuti realizzare nell'Astigiano. Gli accertamenti successivi hanno dimostrato l’esportazione illecita della tavola dal territorio italiano e così a giugno 2021 è scattato il sequestro, seguito dalla confisca nei giorni scorsi. 

I carabinieri, in collaborazione con i funzionari della Soprintendenza di Torino, oltre a ricostruire la storia del prezioso dipinto, hanno documentato la violazione delle prescrizioni sull’esportazione dell’opera in assenza di autorizzazione. La recente riforma legislativa ha previsto infatti un forte inasprimento delle pene (la reclusione da due a otto anni e la multa fino a 80mila euro) per coloro che trasferiscono all’estero beni culturali, cose di interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, bibliografico, documentale o archivistico o altre cose oggetto di specifiche disposizioni di tutela ai sensi della normativa sui beni culturali, senza attestato di libera circolazione o licenza di esportazione. Inoltre, l’attuale impianto normativo di tutela del patrimonio culturale prevede la confisca dei beni che hanno costituito l’oggetto del reato.

Il certificato richiesto dai due importatori - ha spiegato Papotti - dà extraterritorialità all'opera, che poi può tornare all'estero tranquillamente senza alcun tipo di vincolo. Al contrario, se questo non viene concesso dalla Soprintendenza l'opera è vincolata a rimanere in Italia. Per questo il nostro ufficio esportazione è molto attento e in questo caso ha dubitato molto dell'attribuzione al Settecento".

"Il dipinto - ha illustrato Riccardi - è stato esportato illecitamente in Svizzera nel 2003 ed è stato recuperato qui da uno spedizioniere. Le due persone che hanno chiesto il certificato non sono state perseguite per prescrizione, poiché il reato è avvenuto 20 anni addietro. Resta comunque l'atto della confisca. Avere la possibilità di esportazione serve ad avere mercati più ricchi e acquirenti che pagano di più. I motivi reali del rientro in Italia non sono noti".

L'attacco di Vittorio Sgarbi: "Quel quadro è una crosta"

Per Vittorio Sgarbi, storico e critico d'arte, il ritratto non è di Tiziano. Si tratta "di un'opera di modesto valore - dice -. La vera truffa è allo Stato che, con questo inconsistente recupero, stringe un pugno di mosche. Non si è recuperato niente. Ciò che conta non è la presunta storia, o giallo, di una esportazione mancata, ma il luogo di un ritrovamento che indica una non-esportazione. D'altra parte la proposta anonima per 'l'avvenuta importazione' ha maggiore attendibilità dell'attribuzione interessata, presentando correttamente il 'Ritratto di gentiluomo con berretto nero' con la generica attribuzione a scuola veneta".

La risposta dei carabinieri non è tardata ad arrivare. "Stimo molto il professor Sgarbi - replica Silvio Mele, comandante del nucleo tutela patrimonio culturale di Torino -. Compito dei carabinieri è applicare la legge, indipendentemente dall'attribuzione vera o presunta delle opere, che rimane competenza della comunità scientifica. E la legge prevede del resto la confisca di tutti i beni di interesse artistico che abbiano più di 70 anni e valore superiore a 13.500 euro. Siamo quindi orgogliosi di aver restituito allo Stato un'opera che gli appartiene".

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