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Cronaca

I tassisti non ci stanno: "Ricorreremo contro Uber" e portano la società in Tribunale

Ieri la sentenza del giudice di pace che ha dato ragione al driver di Uber non considerandolo un conducente abusivo. Il Tribunale di Milano dovrebbe pronunciarsi all'inizio di maggio

Bloccare Uber per concorrenza sleale, costi quel che costi, anche facendo ricorso in Tribunale. Ed ecco la contro-risposta dei tassisti torinesi che, unite le forze coi colleghi di Milano e Genova, hanno presentato al Tribunale Civile di Milano un ricorso cautelare urgente, ai sensi dell'art. 700 c.p.c., contro la multinazionale americana per ottenere l'immediato blocco del servizio Uber Pop. L'accusa è quella - come più volte citato dai conducenti della auto bianche - di concorrenza sleale e per violazione della displina amministrativa che regola il settore taxi.

Ed ecco che la risposta al ricorso presentato da un driver Uber e accolto dal giudice di pace di Torino non si fa attendere. Dopo la prima "vittoria" per Uber in Piemonte, che ha visto restituiti al suo conducente pantente e libretto, poichè per il giudice di pace non sussisterebbe l'esercizio abusivo della professione in quanto materia - quella del trasporto tramite app - non ancora normata, i tassisti portano in causa direttamente la multinazionale californiana. "Aspetteremo le motivazioni della sentenza - afferma Federico Rolando, portavoce dei tassisti torinesi - ma siamo sicuri che il Comune farà sicuramente ricorso. Ci ha sempre sostenuti e continuerà a farlo".

Intanto l'obiettivo è quello di bloccare l'app portando in tribunale direttamente la società americana che gestisce il servizio. "Questa azione - spiegano i ricorrenti - è da considerarsi un atto dovuto nei confronti della nostra categoria e dell'utenza". Sì, perchè - a detta degli stessi sindacati - per un governo che si è sempre esposto considerando il servizio di Uber Pop illegale, non ci sono stati, tuttavia, reali interventi che "abbiano seguito le parole, tramutandosi in un'efficace azione repressiva".

Secondo le prime indiscrezioni, il Tribunale di Milano dovrebbe pronunciarsi nei primi giorni di maggio: "Speriamo che possa essere un'occasione - concludono i ricorrenti - per la riaffermazione di un principio in cui noi vogliamo continuare a credere, ovvero che la legge è uguale per tutti e deve essere rispettata".

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