Revenge porn e rapporti a tre, faccia a faccia tra ex fidanzati in tribunale. Nel mirino le loro chat

Lui è accusato di revenge porn, violenza sessuale di gruppo, stalking ed estorsione, e si trova in carcere.

Lei lo ha denunciato un anno fa, ma secondo la difesa avrebbe anche continuato a cercarlo per incontri. Per questo motivo, al termine dell'udienza dibattimentale di ieri, martedì 19 marzo, presieduta dalla giudice Federica Bompieri nel tribunale di Torino, l'avvocata Simona Leonetti ha chiesto nuovi accertamenti sui telefoni degli ex fidanzati.

Per la difesa, lo scambio di messaggi tra i due dimostrerebbe che ci sono stati contatti continuativi il che potrebbe alleggerire la posizione dell'imputato, che rimane comunque pesantissima. Secondo il capo d’accusa del pubblico ministero Antonella Barbera, per la 30enne la relazione sarebbe consistita in sette anni di maltrattamenti, violenza sessuale di gruppo, stalking, estorsione ai danni della madre di lei e diffusione illecita di contenuti sessualmente espliciti. Un inferno che la donna ha avuto il coraggio di fermare rivolgendosi alle forze dell'ordine. 

"Gli incontri a tre non sono più avvenuti, perché durante i rapporti piangevo", sono le parole in aula della ragazza. E poi, il ricatto digitale: "Mi sono accorta della divulgazione di immagini, perché le ho viste sul mio profilo". Era l'ex fidanzato a postarle usando le sue password. Non pago, l'avrebbe anche ricattata: “O torni, o pubblico un’altra foto. Non uscirai più di casa". 

In base alla decisione della giudice sullo sciogliere o meno la riserva per gli accertamenti sui cellulari, si stabilirà la prossima udienza. "Devo attenermi ai fatti e stabilire le responsabilità del mio assistito - dice a Torino Today Simona Leonetti, legale di lui - le accuse di stalking mi paiono molto deboli, ora attendiamo la decisione sulle chat".

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