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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca San Benigno Canavese / Via Ivrea, 24

Uccise la madre a coltellate a San Benigno Canavese: per tutto il processo resterà in libertà vigilata

La decisione dei giudici mette d'accordo tutte le parti: in carcere si riacutizzerebbe la sua pericolosità

Libertà vigilata nella comunità di recupero Fatebenefratelli di San Maurizio Canavese almeno per tutta la durata del processo: è quanto hanno deciso ieri, martedì 10 maggio 2022, i giudici della corte d'assise di Ivrea chiamati a giudicare Renato Vecchia, il 46enne di San Benigno Canavese reo confesso dell'omicidio della madre Ermanna Pedrini, uccisa con 23 coltellate in casa, in via Ivrea, nel corso di una lite il 15 ottobre 2020. L'uomo era stato giudicato seminfermo di mente da una perizia tenutasi in sede di indagini preliminari e per questo in grado di affrontare il processo, anche se chiaramente l'eventuale condanna dovrà tenerne conto.

Per ora, intanto, i giudici togati e popolari presieduti da Vincenzo Bevilacqua hanno stabilito che, almeno per il momento, Vecchia non può andare in carcere ma deve continuare il proprio percorso di riabilitazione. Con la decisione si sono dichiarati d'accordo sia il legale dell'imputato, Silvia Di Nunno, sia quello dei suoi figli minorenni che si sono costituiti parte civile nel processo, Marco Stabile, che anche il pm che conduce l'accusa, Alessandro Gallo. Anche Patrizia De Rosa, la psichiatra che aveva eseguito la perizia su Vecchia, si era raccomandata di mantenerlo in quella condizione in quanto il carcere (dove ha già tentato di togliersi la vita prima di essere liberato) avrebbe potuto riacutizzare la sua pericolosità sociale.

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