rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Tratta di schiave dalla Nigeria, tra violenze e riti vudù: undici arresti

Le vittime "smistate” in tutto il nord-Italia


L'ORGANIZZAZIONE

I membri conoscevano perfettamente il meccanismo dell'accoglienza e spesso erano in contatto con gli scafisti che dalla Libia traghettavano le ragazze in Italia, ma il loro viaggio, iniziato in Nigeria, da Benin City, passando per Agadez, in Niger, per arrivare a Sabha e poi a Tripoli. A dirigerla una 38enne nigeriana, residente a Bologna, ma vi era una netta ripartizione dei ruoli: alcuni soggetti erano deputati all’individuazione in Nigeria delle potenziali vittime, all’organizzazione del viaggio in Italia via Libia, alla fuga dai centri di accoglienza fino al trasferimento a Bologna, altri all’attività contabile ed alle “punizioni” in caso di resistenze a vendere il proprio corpo per ripagare il debito contratto, dai 40mila ai 70mila euro. Erano alloggiate in veri e propri tuguri che condividevano in città. I proventi venivano reinvestiti nell’acquisto di nuove donne o reintrodotti nelle nazioni di origine dentro container o trasportati di persona. L’estinzione del debito era garantito da rituali vudù, così da instaurare un vincolo psicologico per timore ritorsioni. 
 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Tratta di schiave dalla Nigeria, tra violenze e riti vudù: undici arresti

TorinoToday è in caricamento