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Cronaca Filadelfia / Via Giordano Bruno, 209

Miseria e disperazione: ecco come vivono i 200 immigrati che hanno occupato l'ex Moi

Le palazzine dell'ex villaggio olimpico sono occupate dalla vigilia della Psqua. L'incontro con i profughi rivela tutti i disagi di queste strutture. Il Pdl attacca: "Non vogliamo un'altra clinica San Paolo"

VIA GIORDANO BRUNO - “Vietato accendere fuochi. Mantenere puliti gli spazi comuni. Evitare rumori dopo le 23.00. Condividere e conservare gli oggetti comuni”. Questi alcuni punti del “decalogo” appeso nei corridoi delle palazzine di via Giordano Bruno, occupate da oltre una settimana, che danno un’idea di cosa significhi gestire una situazione in costante mutamento. I nuovi “inquilini” ci tengono a mantenere tutto in ordine, anche perché il loro numero continua a crescere. Quanti sono? Circa 200, ma la possibilità che ne arrivino altri è nell’aria. L’assessore Giuliana Tedesco, durante l’ultima riunione della commissione Pari Opportunità e Servizi sociali, ha confermato che tra gli occupanti attualmente vi sono anche una dozzina di bambini. L’assessore ha spiegato che si sta cercando di capire quanti nuclei familiari vi siano e quanti provengano da altre città, specificando che il monitoraggio è costante.

LE NOSTRE TELECAMERE DENTRO LE PALAZZINE

Un monitoraggio che non deve essere facile: la superficie è infatti molto ampia, e 200 persone sono tante. Le palazzine occupate sono parte del vecchio complesso che doveva ospitare gli atleti delle olimpiadi 2006. Ormai palazzi fatiscenti, scrostati, tutto fuorché decorosi. Ma non per loro. Per gli extracomunitari che le hanno occupate, quelle palazzine sono la sicurezza di avere un tetto sulla testa, almeno per il momento. Anche se dentro manca tutto: Amin, uno dei profughi, racconta che non c’è acqua, non c’è luce, non ci sono materassi. Non c’è niente. Per quello che possono, gli africani si arrangiano con quello che trovano; Abu, 23 anni, mostra la “sua” stanza. Un materasso, qualche coperta, prese probabilmente tra i rifiuti: lui viene dal Ghana, ha attraversato il Mediterraneo con un barcone; 4 giorni di sofferenze, per venire in Italia, dove non ha trovato lavoro.

Tuttavia i ragazzi africani si stanno dando da fare per tenere pulito e decoroso il posto, almeno per quanto riescono. Hanno perfino la raccolta differenziata: un modo per cercare di migliorare le loro condizioni, anche perché non sanno quanto si fermeranno.

Occupazioni in via Giordano Bruno

Ma il problema dell’occupazione delle palazzine è serio. Venerdì, in via Giordano Bruno hanno effettuato un sopralluogo il capogruppo del Pdl in Comune Andrea Tronzano, il capogruppo il Circoscrizione Alessandro Lupi e il vicepresidente della consulta per la sicurezza Andrea Cantore.

Serve una tutela della legalità – dichiara Tronzano – in modo che chi non occupa, come i cittadini che con grandi sacrifici pagano l'affitto, non si senta preso in giro. Bisogna evitare una nuova ex Clinica San Paolo: basta con lo squallido scaricabarile del Comune: la competenza immigrazione è statale e la Regione ha fatto grandi azioni attraverso il terzo settore durante la prima emergenza. Le responsabilità di non aver dato una degna destinazione all'ex Moi è tutta comunale”. Quale degna destinazione? Lupi ricorda che dal 2003 ad oggi sono stati presentati dieci ordini del giorno, mai ascoltati: “Una proposta era quella che i locali fossero trasformati in una cittadella del volontariato. E invece siamo arrivati a questo punto”. Punto che può avere risvolti sempre più gravi: “Serve evitare che le palazzine vengano occupate anche da altre persone – precisa Cantore – occorre un maggiore controllo e monitoraggio da parte delle forze dell’ordine”.

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