Processo No Tav: a testimoniare agenti di Polizia, militari e Carabinieri
Raccontano di un fitto lancio di oggetti di vario tipo i testimoni del processo No Tav contro i quattro attivisti Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò
Attacchi avvenuti in più punti per distrarre le forze dell'ordine e irrompere nel cantiere senza troppi problemi. Sarebbe avvenuto questo nella notte del 14 maggio 2013 a Chiomonte, almeno secondo la testimonianza di diversi agenti di Polizia, militari e Carabinieri, chiamati a raccontare cosa successe durante quelle ore in cui ci fu anche un fitto lancio di bombe molotov, petardi e pietre, e l'incendio di un compressore.
In aula è stato raccontato che quella notte intorno al cantiere c'erano molte persone, alcune delle quali era vestite di nero e mascherate. I disordini iniziarono intorno alle 3 con il lancio di bombe e pietre. "Cadevano bottiglie incendiarie - racconta Giancarlo Pagliaro, sergente maggiore - sui mezzi di Polizia e Carabinieri. Due persone erano entrate nel sito, da un cancello di cui era stato spaccato il lucchetto, e lanciavano molotov verso il cunicolo esplorativo. Una cadde molto vicino a me. Un gruppo elettrogeno andò in fiamme e il fumo penetrò nella galleria, dove lavoravano gli operai che portammo via".
Quello che accadde quella notte portò all'arresto di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, i quattro attivisti accusati di terrorismo. Per loro ci sono state diverse manifestazioni di solidarietà da parte del Movimento No Tav.