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Cronaca

Presentato il conto all'ndrangheta: chieste 73 condanne

La procura di Torino presenta il conto alla 'ndrangheta. Con 73 richieste di condanna i magistrati dell'ufficio guidati da Gian Carlo Caselli hanno chiuso la loro requisitoria al maxi-processo Minotauro

Settantatré condanne: è la richiesta della Procura di Torino nei confronti degli imputati del processo Minotauro. Nell'ultima udienza contro le infiltrazioni della 'ndrangheta nella provincia del capoluogo piemontese sono stati chiesti in totale 733 anni di carcere. Una sola invece la proposta di assoluzione.

Il giudice dovrà pronunciarsi anche sull'attività di nove "locali" che, durante il processo, sono stati riconosciuti dalle case madri calabresi. Queste, fino al 2011, quando furono smantellate da una raffica di arresti, avevano messo in scena - secondo l'accusa - tutto il repertorio dell'onorata società: l'assoggettamento del territorio, l'intrusione nella rete degli appalti, i tentativi di condizionare la vita politica locale persino a Torino, dove le intercettazioni rivelarono il disegno di convogliare i voti degli elettori calabresi verso questo o quel candidato del Pd alle primarie per le comunali.

POLITICI - Durante il processo sono stati fatti nomi di amministratori di diversi schieramenti, ma è stato dimostrato che fossero tutti all'oscuro delle manovre. Tutti tranne uno, l'ex sindaco di Leinì Nevio Coral, per il quale sono stati chiesti dieci anni.

"La pericolosità della 'ndrangheta - ha detto il procuratore aggiunto Sandro Ausiello subito prima di quantificare le pene - non permette a nessuno di sottovalutare il fenomeno o di relegarlo a un'immagine di folklore regionale". Parole che hanno rilanciato i ripetuti segnali d'allarme lanciati pubblicamente da Caselli negli ultimi mesi.

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