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Cronaca

Molinette, primo “lifting” al cuore senza aprire il torace in Italia

L'intervento è stato eseguito su un paziente torinese di 54 anni dal professor Mauro Rinaldi (direttore della Cardiochirurgia), coadiuvato dal dottor Maurizio D’Amico, cardiologo della divisione di Cardiologia ospedaliera

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TorinoToday

Per la prima volta in Italia un’innovativa procedura di cardiochirurgia mini-invasiva senza circolazione extracorporea per il rimodellamento del ventricolo sinistro è stata attuata negli scorsi giorni presso l'ospedale Molinette della Città della Salute e della Scienza di Torino.

L'intervento è stato eseguito su un paziente torinese di 54 anni dal professor Mauro Rinaldi (direttore della Cardiochirurgia), coadiuvato dal dottor Maurizio D’Amico, cardiologo della divisione di Cardiologia ospedaliera (diretta dal dottor Sebastiano Marra). Il paziente, dopo un grosso infarto esteso nel settembre 2013, era affetto da cardiomiopatia ischemico dilatativa e da un aneurisma anteriore e per questi motivi stava per essere inserito in lista d'attesa di trapianto di cuore.

L'intervento è tecnicamente riuscito ed il paziente è stato dimesso dopo soli quattro giorni. Il nuovo intervento di ventricoloplastica consente, in caso di gravi aneurismi ventricolari post-infartuali, la riduzione della superficie cardiaca malata e non più contrattile attraverso l’applicazione di mini ancore. In questo modo si rimodella anatomicamente il ventricolo riducendone il volume del 25-35 per cento e restituendo una più naturale contrattilità al cuore. In pratica viene fatta una “pence sartoriale” al cuore.

L’operazione, effettuato unendo le competenze di cardiochirurghi e cardiologi, avviene senza la necessità di arrestare ed incidere il muscolo cardiaco, rendendo percorribile quest’opzione chirurgica anche in pazienti dal quadro clinico particolarmente fragile. La grande innovazione è data però soprattutto dalla possibilità di intervenire in modo estremamente poco invasivo e senza aprire il torace del paziente: le mini ancore possono infatti essere efficacemente applicate attraverso un catetere che passa attraverso la vena giugulare e una piccola incisione sottomammaria sinistra.

Innumerevoli i vantaggi del sistema per la salute del paziente e notevole il risparmio che questa nuova soluzione offre rispetto alle prassi attualmente in essere. In malati affetti da scompenso cardiaco secondario ad una miocardiopatia dilatativa post-infartuale, quando la terapia medica non risulti più efficace, le attuali opzioni sono - ove possibile - il trapianto cardiaco o sistemi di assistenza meccanica al circolo (i cosiddetti “cuori artificiali”). In casi selezionati il sistema Revivent si pone come una valida alternativa.

Inoltre l’intervento stesso ha una durata estremamente ridotta rispetto ad una procedura standard di rimodellamento del ventricolo, riducendo sensibilmente, con questo speciale “lifting” mini-invasivo, i tempi di ricovero e le complicazioni post-intervento.

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