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Cronaca

"Porto il peso sulla coscienza per la morte del piccolo Alessandro"

Una delle due persone fermate per l'omicidio di Alessandro Sgrò, Francesco Grauso, prova a chiedere scusa per quello che è successo e a far capire il dolore immenso che prova. Confessa anche che avrebbe voluto costituirsi

Restano in carcere i due valdostani, Alessandro Cadeddu e Francesco Grauso, fermati per l'omicidio del piccolo Alessandro Sgrò, investito lo scorso 3 dicembre in corso Peschiera a Torino. Il gip ha disposto la custodia cautelare in carcere dopo averli sentiti in mattinata.

Dagli interrogatori spiccano le parola di Francesco Grauso che ha provato a chiedere scusa e ad esprimere il profondo dispiacere per l'accaduto, spiegando che dopo l'incidente si è ritrovato con "un peso" sulla coscienza tanto grave da spingerlo a rivolgersi a un servizio di assistenza psicologica della sua città. Secondo il racconto del valdostano, quel 3 dicembre era venuto a Torino con il suo amico per incontrare un pusher e comprare della droga. Dopo l'incidente - secondo il racconto di Grauso - avrebbe voluto fermarsi, ma Alessandro Cadeddu non voleva far tardi all'appuntamento con il pusher.

Nei giorni successivi Francesco Grauso avrebbe voluto confessare tutto alla polizia, ma era stato l'amico a sconsigliarlo: ""Mi disse - ha raccontato - che se fossero venuti a prenderci la colpa sarebbe ricaduta solo su di lui, visto che era quello che guidava. Ma se a parlare fossi stato solo io, mi sarei cacciato nei guai, perché l'auto è la mia". (Ansa)

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