Tensioni al processo No Tav, il giudice chiude le porte al pubblico
Dopo una prima sospensione dell'udienza, il giudice ha deciso di allontanare tutti dall'aula e continuare il processo con i soli imputati e legali
Questa mattina si è aperto il processo contro tre attivisti del Movimento No Tav, accusati di aver sequestrato e tentato di togliere la macchina fotografica ad un agente di Polizia in borghese nel novembre del 2012. L'udienza non è stata tranquilla, sin da prima che iniziasse all'esterno del Tribunale diversi attivisti erano in presidio con striscioni e bandiere. "Se è terrorismo difendere la terra siamo tutti terroristi. Libertà per Chiara, Nicco, Mattia, Claudio", si leggeva su un grosso telo.
I manifestanti sono entrati poi nella maxi aula al piano interrato, ma le loro proteste non si sono placate. Il giudice ha così deciso, in un primo momento, di sospendere l'udienza e di far uscire tutti dall'aula. Poi, una volta fatti rientrare e visto che gli animi erano ancora esagitati, ha deciso di continuare il processo con porte chiuse al pubblico. Quello che ha mandato sulle furie i presenti è stato il respingimento della richiesta di uno dei legali difensori, il quale aveva chiesto se un imputato potesse affrontare l'udienza seduto vicino a lui e non dietro le sbarre.
Tra gli imputati c'è anche Claudio Alberto, uno dei quattro No Tav arrestati e accusati di terrorismo per l'assalto al cantiere di Chiomonte avvenuto nel maggio 2013.