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Cronaca

Polemica sul ministro Cancellieri per la scarcerazione di Giulia Ligresti

Il ministro si era interessato alle condizioni di salute di Giulia Ligresti, detenuta nel carcere di Vercelli e che soffriva di anoressia; la Ligresti è stata poi scarcerata

Lo definì "un intervento umanitario assolutamente doveroso". Mise questo a verbale il ministro della giustizia Anna Maria Cancellieri lo scorso 22 agosto, quando venne ascoltata dal pm Vittorio Nessi in uno dei rivoli dell'inchiesta Fonsai. Una posizione simile è stata ribadita dal ministro in una lettera spedita ai capigruppo di Camera e Senato, riguardo alla bufera sul caso Ligresti.

La colpa del ministro sarebbe quella di essersi interessata alle condizioni di salute di Giulia Ligresti, figlia di Salvatore Ligresti che, detenuta a Vercelli, versava in pessime condizioni di salute. Ma anche di aver cercato di rincuorare Gabriella Fragni, la compagna dell'ingegnere, da cui è legata da un'amicizia quarantennale. Il 17 luglio, a poche ore dall'ondata di arresti, le telefonò e le disse "qualsiasi cosa posso fare conta su di me, non so cosa fare ma sono veramente dispiaciuta".

Dopo un'iniziativa del tutto autonoma della Procura di Torino, che dispose una visita medica, Giulia Ligresti venne infine scarcerata. Il gip le concesse gli arresti domiciliari. Il procuratore Gian Carlo Caselli è categorico: non c'è stata nessuna influenza esterna e "ogni illazione è arbitraria e destituita di ogni fondamento". La Guardasigilli ha spiegato di essersi limitata a "sensibilizzare" i due vicecapi dipartimento del Dap: dalle carte non risulta nient'altro.

"Avverto l'esigenza - ha scritto ai capigruppo parlamentari - di precisare il senso e i limiti del mio intervento, non appena avuta conoscenza, per via diretta, delle condizioni psicofisiche della ragazza. Era mio dovere trasferire questa notizia agli organi competenti dell'Amministrazione Penitenziaria per invitarli a porre in essere gli interventi tesi ad impedire eventuali gesti autolesivi. Mi sono comportata, peraltro, nello stesso modo quando sono pervenute al mio Ufficio segnalazioni, da chiunque inoltrate, che manifestassero preoccupazioni circa le condizioni sullo stato psicofisico di persone in stato di detenzione". "Intervenire - sottolinea - è compito del Ministro della Giustizia. Non farlo sarebbe colpevole e si configurerebbe come una grave omissione".

Di pareri opposti i partiti. "Va lodata", dice Fabrizio Cicchitto (Pdl), mentre il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, parla di "vicenda strumentalizzata ad arte". Da parte di Sel, Lega, Rifondazione e M5S, invece, il parere è contrario. I grillini la invitano a "smentire o dimettersi".

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