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Melanoma: in Piemonte l'incremento annuo più alto d'Italia

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TorinoToday

“La prevenzione del melanoma, anche in periodo di crisi, è possibile con visite dermatologiche in centri ospedalieri convenzionati, quindi al costo di un ticket per visita specialistica”, questa è l’esortazione di Paolo Broganelli - dermatologo, Città della Salute e della Scienza di Torino - presentando il programma del convegno “Aggiornamento di dermatoscopia e tumori cutanei 2014” che si terrà sabato 11 gennaio, a Torino presso l’Hotel NH Ambasciatori e realizzato grazie al contributo incondizionato di Bioderma.

“Dovrebbe essere il tumore più facilmente diagnosticabile visto che è proprio li, sulla pelle, tuttavia i dati epidemiologici di Torino e provincia pongono un allarme già lanciato nel recente passato e, oggi, ampiamente condiviso dalla nostra esperienza quotidiana, prosegue Broganelli: i casi di melanoma sono quasi raddoppiati dal 1996 al 2006 e i numeri aggiornati ad oggi mostrano un costante incremento dell'incidenza. Il servizio di istopatologia dermatologica della Città della Salute e della Scienza di Torino, ha diagnosticato quasi 700 melanomi nel corso del 2013 su circa 12000 biopsie dermatologiche, contro i 270 di 10 anni fa”.

“Pur essendo il Polo Dermatologico delle Molinette il centro piemontese di riferimento per i tumori cutanei, molti altri casi vengono diagnosticati e rimossi in altri ospedali di Torino e provincia, il che accresce ulteriormente la casistica. Se per la maggior parte di tumori di altri organi gli aumenti di incidenza sono legati all’aumento della durata della vita, nel caso del melanoma, questo non si può sostenere perché la fascia di età più colpita è quella tra i 40 e i 60 anni”, aggiunge lo specialista.

Se è vero che il melanoma cutaneo è un tumore altamente maligno, è altrettanto vero che insorge nell'unico organo accessibile alla nostra vista e questo offre un vantaggio enorme per medici e pazienti. Questo non significa che la diagnosi sia semplice ma il perfezionamento continuo di tecniche non invasive come la dermatoscopia in epiluminescenza, permette il suo riconoscimento già nelle fasi più precoci di comparsa e la rimozione chirurgica in queste fasi consente la guarigione completa. Il melanoma nasce spesso dalla cute sana ed ha aspetti simili a quelli di un nevo ma, a differenza di quest'ultimo, cresce in modo incontrollato e, modificandosi,  assume spesso geometrie asimmetriche, colori disomogenei e quasi sempre è asintomatico. Più raramente (20% dei casi circa), nasce da un nevo precedentemente quiescente.  L'autodiagnosi non può essere molto affidabile anche se l’auto-osservazione è essenziale per chiedere l’intervento medico precocemente. Il melanoma non presenta purtroppo standard di forme e colori ma cresce di dimensioni e spesso ha un aspetto che lo rende diverso dagli altri nevi presenti. Ogni persona dovrebbe tentare di conoscere al meglio la propria pelle per individuare un’eventuale macchia che cresce e sottoporsi comunque annualmente ad una visita preventiva se sulla pelle sono presenti nevi.

“Ricordo che, pur non essendo l'unico tipo di tumore cutaneo, il melanoma è contraddistinto dal maggior rischio di mortalità. Rimane di fondamentale importanza la prevenzione primaria che consiste essenzialmente nel ridurre al minimo le esposizioni eccessive alla luce solare naturale e artificiale. E’ dimostrato che l’uso abituale delle lampade solari in età giovanile aumenta il rischio di melanoma di circa il 70%. Anche l’esposizione al sole dovrebbe essere limitata sia come tempo che come orario, cercando di evitare le ore centrali e, comunque, applicando creme ad elevata protezione. Questo vale soprattutto per bambini, giovani e persone con carnagioni chiare e numerosi nevi”, conclude Broganelli.

“In fatto di prevenzione dei melanomi i centri dermatologici italiani si stanno dimostrando in linea con i centri di riferimento internazionali”, sostiene Giuseppe Argenziano - dermatologo presso l’arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia.

La dermatoscopia è una metodica non-invasiva per la diagnosi dei tumori cutanei, che è divenuta un vero e proprio caposaldo per la gestione clinica dei pazienti che arrivano in ambulatorio per il controllo dei nevi. “La dermatoscopia mette in evidenza strutture microscopiche non visibili ad occhio nudo e, come dimostrato in più studi, permette un fondamentale miglioramento della capacità diagnostica del medico. Possiamo affermare che una visita dermatologica per lesioni cutanee senza la dermatoscopia non ha più alcun senso, come priva di senso sarebbe una visita cardiologica senza elettrocardiografia”.

“Il melanoma è un tumore molto temibile, prosegue Argenziano, che necessita di strategie condivise per diminuirne la mortalità. La prima: rendere i cittadini consapevoli che una nuova macchia scura o qualsiasi modifica di quelle preesistenti sono i segnali più importanti e motivo sufficiente per richiedere un consulto specialistico. La seconda: essere consapevoli che la tempestività è tutto in questi casi e l'unico modo per diagnosticare un melanoma in fase precoce è quello di ridurre i tempi di attesa per le visite di screening, che purtroppo in Italia sono ancora troppo lunghe, almeno in una buona parte dei centri di riferimento” conclude lo specialista.

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