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Cronaca Centro / Piazza San Carlo, 161

Panico in piazza San Carlo: colpa di rapinatori con lo spray urticante, sette arresti

Una morta e 2mila feriti

Sono in corso nella notte e nella mattinata di oggi, venerdì 13 aprile 2018, gli arresti di sette ragazzi giovanissimi (18-20 anni) residenti a Torino (tranne uno residente a Reggio Emilia) fortemente sospettati di avere provocato, effettuando rapine con spray urticante, il panico in piazza San Carlo la sera del 3 giugno 2017, in occasione della proiezione su maxischermo della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid.

Si tratta di giovani di origine magrebina, tutti maggiorenni, alcuni dei quali hanno la cittadinanza italiana. Ci sono anche due indagati a piede libero. Sei sono in carcere, uno è ai domiciliari, tre sono all'obbligo di firma.

Si tratta di una banda specializzata, che colpiva in occasione di manifestazioni pubbliche e grandi eventi. Alcuni sono responsabili di quanto avvenuto nel corso del concerto di Elisa alle Officine Grandi Riparazioni il 30 settembre 2017. Un episodio analogo è avvenuto nel gennaio 2018 in una discoteca di Verona. Altri colpi contestati sono avvenuti in Belgio, Francia, Germania e Paesi Bassi.

Uno dei primi fermati ha confessato nel corso dell'interrogatorio avvenuto nel corso della notte. Per due di loro l'accusa è anche di omicidio preterintenzionale, anche se questa è già stata rigettata dal gip in sede di interrogatori di garanzia. Le lesioni sono contestate per circa 350 persone.

Chiarite definitivamente, quindi, le cause dell'accaduto: lo spray avrebbe provocato il movimento improvviso di persone e le varie ondate di fuga, che si conclusero con la morte di Erika Pioletti, con il ferimento gravissimo di un'altra donna e con il ferimento meno grave di quasi 2mila persone.

Vari testimoni avevano raccontato, nel corso delle indagini, sulla vicenda dello spray urticante. A gennaio quattro persone sono state perquisite dalla polizia e sono state trovate tracce investigative anche sui fatti di piazza San Carlo.

L'inchiesta giudiziaria, coordinata dai pm Vincenzo Pacileo e Antonio Rinaudo, aveva portato nei giorni scorsi alla chiusura delle indagini per 15 persone tra cui la sindaca Chiara Appendino e l'ex questore Angelo Sanna, accusati di omicidio, disastro, lesioni colposi e omessa predisposizione di misure di sicurezza. Una consulenza ha permesso di spiegare che cosa si sarebbe dovuto fare per evitare gli incidenti. Per sette indagati, invece, è stata formulata la richiesta di archiviazione. Tra questi il prefetto Renato Saccone.

All'indagine hanno contribuito gli agenti di polizia della Digos, della squadra mobile e del commissariato Barriera di Nizza.

"Le iIndagini - ha detto il procuratore Armando Spataro - concluse in tempi brevissimi, poco più di otto mesi. I risultati, la cui bontà verranno valutati dai giudici, sono dovuti al lavoro di più squadre che poi sono diventate una sola: tre diversi procuratori aggiunti coi loro gruppi e tre sostituti procuratori, da parte della polizia di Stato tre diversi gruppi. Sono state sentite centinaia di persone".

Il parere del Codacons

Per il Codacons, che si è costituito parte lesa nella vicenda e rappresenta centinaia di cittadini danneggiati che quella notte si trovavano in piazza per finale di Champions League, il provvedimento di Questura e Procura non cancella le responsabilità dell’amministrazione per quanto avvenuto quella notte.   

“E’ evidente che anche in presenza di comportamenti illegali da parte di delinquenti e malintenzionati, l’organizzazione dell’evento di piazza avrebbe dovuto funzionare alla perfezione ed evitare i danni subiti quella notte da oltre 1500 persone – afferma il presidente Carlo Rienzi –". "Per questo vogliamo che il procedimento vada fino in fondo e siano verificate eventuali carenze od omissioni sul fronte organizzativo, delle vie di fuga, della sicurezza, dell’ingresso di bottiglie di vetro, ecc. I cittadini potranno poi rivalersi sia sui delinquenti che hanno scatenato il panico, sia su chi non ha garantito la sicurezza in Piazza San Carlo, chiedendo un equo risarcimento danni attraverso il modulo ancora disponibile sul sito www.codacons.it” – conclude Rienzi.

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