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Cronaca Nizza Millefonti / Via Ventimiglia

Gli alberi del Palazzo del Lavoro sono a rischio "taglio", il quartiere raccoglie 1300 firme

In via Ventimiglia si protesta per la possibile realizzazione di alcuni parcheggi intorno al vecchio edificio progettato dall'architetto Nervi.

“È possibile sacrificare centinaia di alberi e migliaia di metri quadrati di verde in piena terra nel nome di un centro commerciale? A Torino sì!”. Inizia così il documento rivolta dei cittadini della Nona circoscrizione, residenti nell’area che da anni è al centro delle cronache a causa dei progetti di riqualificazione del Palazzo del Lavoro di via Ventimiglia. Progetti che molti stanno aspramente contestando.

L’edificio concepito dal grande ingegnere Pier Luigi Nervi e realizzato in occasione delle celebrazioni di Italia ’61 versa effettivamente in evidenti condizioni di degrado. Negli ultimi mesi il palazzo è stato letteralmente abbandonato e oggetto di ripetuti saccheggi – furti di rame e ghisa - ed atti di vandalismo, fino ad arrivare all’incendio di poche settimane fa.

Quel che preoccupa le famiglie, però, è il possibile “taglio” del verde pubblico in favore di tutta una serie di nuovi parcheggi. “Questo piano – si legge nel testo - aveva già trovato contrari i cittadini che avevano presentato una petizione al Consiglio Comunale della Città di Torino. Una raccolta arrivata a quota 1300 firme. E forse anche di più”. Per i firmatari la strada scelta dal Comune non è nient’altro che l’avvio di una speculazione.

La “nuova” ipotesi progettuale prevede che attorno al Palazzo vengano realizzati i parcheggi interrati a servizio del centro commerciale. Con annessa distruzione di un’area verde. La trasformazione dell’edificio in un centro commerciale comporterebbe, ovviamente, un aumento del fabbisogno di posti auto che potrebbe trovare piena soddisfazione solo con la costruzione di un box interrato di 3-400 posti in un’area del parco di Italia ’61 contigua al Palazzo a Vela.

 “Chiediamo che l'intervento preveda il mantenimento del verde in piena terra e la totale conservazione e manutenzione delle essenze arboree esistenti interne all’area del Palazzo e nelle aree limitrofe” aggiungono i cittadini.  “Troviamo inaccettabile – conclude un anziano - che per favorire la massima redditività dell’investimento di un soggetto privato si possa pensare di sacrificare alberi e verde con tanta leggerezza”.

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