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Cronaca Nizza Millefonti / Corso Unità d'Italia

Tre piani di negozi e ristoranti, ecco il futuro del Palazzo del Lavoro

Tre piani di negozi e ristoranti a cui però mancherà un ipermercato. Intorno al nuovo centro commerciale nascerà la ruota panoramica e oltre duemila parcheggi (sotterranei). Da ritoccare anche la rotonda Maroncelli per la viabilità

L’incendio scoppiato due settimane fa all’interno del Palazzo del Lavoro ha riportato in auge il tema sul futuro della struttura progettata dall’ingegnere Pier Luigi Nervi in occasione del Centenario dell’Unità d’Italia. Lasciata in uno stato di abbandono e degrado da troppo tempo, nel prossimo futuro il Palazzone che abbraccia corso Unità d’Italia e via Ventimiglia si trasformerà in un centro commerciale, o ancora meglio in una piazza commerciale, strutturato su tre piani e senza alcun ipermercato al suo interno, quasi a copiare la Galleria San Federico o il Cortile del Maglio. Ci sarà un intero piano (il terzo) dedicato alla ristorazione, mentre al piano terra i negozi faranno da cornice a una piazza vivibile e fruibile per chiunque. Un progetto che il Comune sta portando avanti dal 2007 ma la variante urbanistica, con cui si sarebbero iniziati i lavori, era stata bocciata nel 2013 dal Consiglio di Stato, dopo il “no” dato mesi prima dal Tar.

IL PROGETTO E’ DEL 2007 - Il Comune di Torino aveva previsto la rinascita del Palazzo del Lavoro già diversi anni fa, precisamente nel 2007, con l’inizio dell’iter urbanistico, poi completato e approvato nel 2011. Un piano rivoluzionario che prendeva spunto dal progetto di rifunzionalizzazione studiato nel 1959 proprio da Nervi, ma che fu subito oggetto di un ricorso al Tar che per la variante urbanistica divenne bocciatura ufficiale nel marzo del 2013 con la sentenza del Consiglio di Stato. Tutta colpa della definizione, non si poteva parlare di centro commerciale naturale, ma di un normalissimo centro commerciale.

IL NUOVO PROGETTO DEL 2014 - Il primo luglio del 2014 il Consiglio comunale approva la delibera di indirizzo del Palazzo del Lavoro recependo quanto contestato solo pochi mesi prima dai giudici amministrativi. Si sono dunque ricominciate da zero le procedure, ma il progetto nella sostanza dei fatti non è cambiato in alcun modo. A cambiare è invece la definizione perché non si parla più di centro commerciale naturale ma di centro commerciale “tradizionale”. Non ci si fermi all’apparenza però, la parola cassata porta con sé parecchie conseguenze: prima fra tutte i criteri di computo delle superfici coperte, nella fattispecie nel numero di parcheggi.

Si sa, un centro commerciale ha bisogno di tanti parcheggi. A dirlo è anche la legge che prevede un numero minimo di 950 posti per quanto riguarda un centro commerciale naturale, circa 1.200 in più per un normalissimo centro commerciale. Torniamo al Palazzo del Lavoro: quando nel 2011 fu approvato il progetto di rinascita della struttura dell’ingegnere Nervi, si scelse di realizzare 1.550 posti auto che sarebbero serviti sia per i clienti del nuovo centro, sia per i residenti visto che nella zona ci sono gli edifici nei pressi del Palazzo. Il cambio di definizione portò con sé la necessità di altri 600 posti auto che ora si sta pensando di monetizzare. Tutti questi dovranno essere sotterranei e costruiti intorno al Palazzo del Lavoro.

L’AREA INTORNO AL PALAZZO DEL LAVORO? - Il Consiglio comunale ha già trattato il tema che è di quelli delicati. Il progetto di risistemazione dell’area tra il Palazzo del Lavoro e il Palazzo a Vela è parte integrante del progetto in discussione, ma serve spazio. Ecco che quindi quasi 200 alberi saranno abbattuti e ritrapiantati in altra zona. Ovviamente non sono mancate le polemiche. Inoltre, nascerà a ridosso di corso Unità d’Italia la ruota panoramica di cui si è tanto parlato.

Altro problema che comporterebbe il centro commerciale è quello della viabilità. La rotonda Maroncelli, ad esempio, è un nodo cruciale cha va superato. Tre sono le ipotesi in campo: la realizzazione di un sovrappasso sopra la rotonda in direzione della direttrice da Moncalieri, la creazione di uno sfiocco che renderebbe meno intenso il traffico facendo saltare la rotonda a chi arriva da Moncalieri e non deve imboccare corso Maroncelli, ultima ipotesi è la realizzazione di un sottopasso in stile piazza Rivoli (ipotesi più costosa, ma preferita dalla Giunta comunale).

TEMPISTICHE - Questo è un nodo che nessuno è ancora in grado di sciogliere. Per la fine dell’anno dovrebbe essere firmato l’accordo di programma da parte dei Comuni di Torino e Moncalieri, poi ci sarà da trovare un investitore che metta sul piatto una cifra che, secondo indiscrezioni, dovrebbe essere almeno di 130 milioni di euro.

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