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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Barriera di Milano / Corso Giulio Cesare

Narcosala a due passi dal Duomo: l'Ostensione non ferma il mercato della droga

L'arrivo a Torino di centinaia di turisti non ha fermato il via vai di disperati e spacciatori tra Porta Palazzo e le sponde della Dora

“Sotto i nostri ponti assistiamo ogni giorno alla processione degli orrori”. Le parole di un residente di corso Giulio Cesare descrivono perfettamente la realtà di Porta Palazzo e borgo Dora. Un quartiere che dista pochi isolati dalle Porte Palatine e da quella piazza dove ogni giorno centinaia di fedeli si mettono in coda per vedere la Sindone, per pregare, per passare qualche minuto in silenzio. Pochi isolati separano l’inferno dal paradiso. Da una parte controlli serrati, dall’altra un esercito di disperati che si riforniscono di cocaina ed eroina dai pusher di Porta Palazzo. Con l’intento di andare a iniettarsi la dose sotto quei due cavalcavia maledetti.

Vicino all'Ostensione il mercato della droga corso Giulio Cesare

L’Ostensione della Sindone ha illuso tutti quanti” attacca un altro cittadino mostrandoci con la mano tre uomini diretti verso il ponte Mosca. Mentre sopra le loro teste viaggia spedito il tram numero 4. Dalle prime ore del mattino a decine cominciano a sorvegliare le sponde del fiume in attesa che qualche venditore di morte offra loro una buona dose a prezzi modici. I primi gruppetti cominciano a scendere sotto il ponte– principale narcosala a cielo aperto del quartiere - intorno alle ore 9.

Poi dopo pochi minuti si assiste allo scambio. L’uomo con lo zainetto tira fuori le siringhe e i lacci emostatici e li offre agli amici scesi fin sotto le sponde con lui. Un copione che si ripete tutto il giorno. Ma a volte capita anche che qualcosa vada storto.

Tre, per esempio, sono i casi di overdose lungo la Dora in appena un mese e mezzo, tra via Bologna e corso Vercelli. “All’altezza della passerella del Carbone un uomo di 45 anni è deceduto davanti agli occhi esterrefatti di alcuni passanti” ricorda un uomo. Identiche scene si vivono poi sotto l’altro ponte degli orrori, quello intitolato all’ex vicesindaco Carpanini, all’angolo con piazza Borgo Dora e a due passi dal Sermig.

Le foto scattate nelle ultime settimane immortalano un via vai che fa venire la pelle d’oca. E i tossici, sotto quei ponti, restano dieci o quindici minuti, il tempo sufficiente ad iniettarsi la dose nelle vene. E una volta dato sfogo ai loro istinti  vanno via lasciando la casa del buco, per terra la solita malinconica scia costituita da siringhe e da fazzoletti sporchi di sangue. Nell’attesa che qualcuno si ricordi di un problema – quello della droga – che continua a uccidere nell’indifferenza generale.

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