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Cronaca

Movida a San Salvario, dopo l'ordinanza e i soldi spesi tutto come prima

Più controlli, una Ztl notturna e più parcheggi. Queste le uniche soluzioni condivise da residenti e gestori per mettere fine alla diatriba sulla movida in San Salvario

Le tradizioni, si sa, sono dure a morire. Non ce l'ha fatta, infatti, l'ordinanza del sindaco Fassino a sradicare la movida da San Salvario. E' passato poco più di un mese dallo scadere del regolamento che imponeva ai gestori dei locali la chiusura anticipata dei dehors e l'ingente dispiegamento delle forze dell'ordine in largo Saluzzo e dintorni.

Malgrado l'ordinanza qualcosa di buono l'abbia fatto - se non altro nel periodo in cui era in vigore -  le due fazioni del quartiere - residenti e movida - continuano nella loro interminabile diatriba. "Non abbiamo riscontrato lamentele specifiche dopo la scadenza dell'ordinanza - afferma il presidente di Circoscrizione Mario Levi - ma è ovvio che solo un fenomeno migratorio potrà risolvere il problema dei rumori durante le ore notturne".

Già, perchè resta il superamento dei decibel la fiamma che tiene viva la saga movida-residenti. Poco conta che la Circoscrizione abbia proposto all'amministrazione un'ordinanza per vietare il consumo di bevande alcoliche in recipienti di vetro: il bivaccare, specie in largo Saluzzo, continua a essere un problema. Anche per i gestori perchè, come ci racconta qualcuno di essi, "il vero problema sono sempre stati quei locali che, in largo Saluzzo, offrivano alcolici e bevande a prezzi fuori mercato, poco più di un euro" e si sa, in questo modo, è più facile attirare la clientela e, con essa, il baccano.

Un po' si fanno da parte i gestori di via Baretti che, dopo lo scadere dell'ordinanza hanno ripreso gli orari normali, quelli previsti dai regolamenti europei, con chiusura alle tre di notte, pur mantenendo la vigilanza prevista dall'ordinanza stessa. Ma il provvedimento - peraltro duramente contestato - a questo punto, a cosa è servito? "Ho rischiato di dover licenziare alcuni miei dipendenti per pagare la vigilanza - ci racconta un gestore - perchè gli incassi, di fatto, erano diminuiti". A un eccessivo dispiegamento delle forze dell'ordine - che peraltro stanziavano prevalentemente in largo Saluzzo - si è assistito a un mero passaggio di agenti, sempre più lacunoso. "Il vero problema restano i controlli - afferma Mario Levi - sempre più labili".

In cantiere - e non si sa per quanto - i progetti su una futura Ztl notturna o sui parcheggi, tanto discussi quanto arenati tra i mille progetti dell'assessorato. Soluzioni alternative, di fatto unico punto condiviso sia da gestori che da residenti. Perchè se da una parte gli abitanti di San Salvario attendono il cosiddetto fenomeno migratorio - specie a Vanchiglia - i gestori dei locali sono convinti che nessun quartiere potrà mai essere paragonato a San Salvario, vuoi per l'integrazione che si è venuta a creare negli ultimi anni, vuoi per l'alta varietà di scelte che la stessa area offre.

I soldi per mettere in atto l'ordinanza, tuttavia, sono stati spesi e non pochi, visto che, alcuni gestori avevano anche deciso di andare per vie legali, pur perdendo il ricorso al Tar. E ora? Tutto come prima. Nel prossimo periodo primaverile ed estivo, anzi, la movida e i bivacchi andranno via via aumentando e con essi le lamentele.

E la saga continua con quello che sembra essere un fenomeno che persevera da anni, prima al Quadrilatero, poi in piazza Vittorio, ora a San Salvario. Prossima tappa? Qualcuno ipotizza Vanchiglia. "Il fenomeno migratorio della movida - conclude il presidente di Circoscrizione Mario Levi - si combatte solo aumentando i controlli".

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