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Cronaca

Il centro destra si incatena in Comune contro la delibera sui rifugiati

Contro la delibera sui rifugiati politici annunciata nei giorni scorsi dal sindaco di Torino Piero Fassino i consiglieri del centro-destra si sono incatenati ai banchi della Presidenza del Consiglio

Si sono incatenati ai banchi della Presidenza del Consiglio Comunale di Torino, per protestare contro la Delibera di Giunta che introduce una residenza virtuale per i rifugiati politici senzatetto che si trovano sul territorio torinese. La residenza, nella inesistente “via della Casa Comunale 3”, sarà concessa con lo status di rifugiato titolare di protezione internazionale e con il permesso di soggiorno ottenuto per motivi umanitari.

Secondo il Comune, questo provvedimento servirà per un più efficace monitoraggio delle presenze, inserendo le persone in progetti di sostegno. Sarà possibile per la polizia municipale e per l'anagrafe effettuare degli accertamenti ogni semestre per verificare la permanenza sul territorio delle persone iscritte come residenti in questo virtuale indirizzo, al quale sarà possibile iscriversi con il solo permesso di soggiorno per motivi di protezione internazionale o umanitaria.

Il provvedimento è però stato accolto da una decisa protesta di alcuni consiglieri di opposizione, che si sono incatenati ai banchi costringendo la sospensione temporanea dei lavori.

"Siamo infatti tutti consapevoli che il riconoscimento della residenza attiva l’accesso ad una serie di diritti sociali cui fanno fatica ad accedere cittadini italiani e stranieri residenti. Non l’accesso alla sanità, per altro già comunque garantito; non solo quello al lavoro, utile a far emergere il sommerso; ma l’accesso alla casa popolare, ha destato particolare preoccupazione”, ha detto il capogruppo di Fdi Maurizio Marrone.

“E' facile scrivere belle cose, dopo però bisogna sorvegliare affinché il meccanismo non si inceppi e in questo avete già dimostrato di non essere capaci – ha detto dalla Lega Nord Roberto Carbonero – Non si tratta solo di persone che vengono a cercare una possibilità qui, tra loro ci sono quelli che hanno capito che questo è il “paese di bengodi” e sono qua per approfittarne e prevaricare. Il vostro sarà l’ennesimo fallimento”.

"Io credo - ha detto Andrea Tronzano, Forza Italia - che i profughi abbiano dei diritti: legittimi, giusti e leciti. Stranieri e non cittadini, come li definisce l’articolo 10 della nostra Costituzione. Ma, se hanno diritti sacrosanti, i profughi hanno anche dei doveri. E il primo dovere è quello di rispettare la legge italiana. Quindi non hanno il diritto di occupare case (e mi riferisco al villaggio ex Moi). Non riconosco a questa delibera il potere taumaturgico che ci permetterebbe di individuare i profughi sul territorio, ma credo invece che sarà utilizzata per dare agli occupanti illegali dell’ex Moi quel riconoscimento che oggi non hanno.

Diverso l'approccio della maggioranza; Michele Paolino (Pd) afferma che "Oggi votiamo convintamente questa delibera, raccogliendo le indicazioni di consiglieri comunali e associazioni che da anni si occupano della questione profughi e rifugiati". "Di fronte ai timori che il centrodestra manifesta “che i profughi occupino le case”, il centrosinistra è assolutamente d’accordo nel difendere il principio di legalità, ma ricordando che la responsabilità è sempre personale e del singolo, non di indefiniti “gruppi”, ha detto Andrea Araldi (Pd). "E' un passo che dà il via a un percorso di governo della presenza dei rifugiati in Città - ha aggiunto il vicesindaco, Elide Tisi -, monitorandone la presenza, in accordo con l'Anagrafe e con la Polizia municipale, per poter aprire un'interlocuzione con il ministero dell'Interno nel caso in cui si accerti che i percorsi d'inclusione non siano sufficienti".

La delibera è stata comunque approvata, con 24 voti a favore (il sindaco, il Pd, i Moderati, Sel, Centro Scanderebech e Appendino del M5S); nove i contrari (Ncd, Fi, Torino Libera, Lega Nord, Fdi, Pda). Il consigliere Bertola del M5S si è invece astenuto.

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