Imprenditore ucciso a Poirino, in appello confermati 25 anni per l'ex socio
Di Andrea Ingenito si sono perse le tracce nel novembre 2008. Il suo cadavere non è mai stato trovato
Anche per i giudici della Corte d'assise d'appello di Torino è stato Marco Del Bosco, proprietario di un allevamento di cavalli di Poirino, a uccidere l'ex socio in affari, il torinese Andrea Ingenito, scomparso nel nulla nel novembre 2008 a Poirino quando aveva 35 anni.
L'uomo è stato condannato a 25 anni di carcere stamattina, venerdì 23 settembre, per omicidio e occultamento di cadavere, confermando la sentenza di primo grado pronunciata dalla Corte d'assise di Asti il 22 aprile 2015.
Il movente, secondo gli investigatori, sarebbe stato un prestito di 90mila euro che l'imputato aveva ricevuto dalla vittima per l'acquisto di una mandria di vitelli.
Del Bosco ha sempre respinto le accuse e, dopo la lettura del dispositivo, ha abbracciato i familiari e ha lasciato il palazzo di giustizia di Torino senza rilasciare dichiarazioni.
All'indomani della scomparsa, il padre e il fratello della vittima avevano chiesto conto dell'accaduto proprio a Del Bosco, che rispose in modo evasivo e parlando al passato di Andrea, che invece aveva detto loro che sarebbe partito per la Toscana, per vendere dei cavalli, proprio in compagnia del socio in affari.
Il ritrovamento della Toyota Rav di Ingenito in un fienile di Moretta (Cuneo), nascosta dietro cumuli di fieno, da parte della polizia stradale nel corso di un'indagine su una banda di ladri d'automobile. Il titolare del fienile, indagato per ricettazione e poi morto in un incidente stradale, aveva raccontato che ad affidargli il veicolo era stato proprio Del Bosco "fare un truschino con l'assicurazione".
Il cadavere non è mai stato trovato ma una testimone ha riferito di avere sentito vantarsi Del Bosco proprio di essere capace di fare sparire un corpo sommergendolo di letame.
