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Cronaca Centro / Via Filippo Juvarra

In via Cherasco ambulatori non "idonei", destino incerto per l'Oftalmico

L'assessore alla Sanità Antonio Saitta ha fatto sapere che l'ospedale rimarrà in via Juvarra finchè non saranno trovate altre sedi alternative

I locali di via Cherasco non sono idonei a ospitare gli ambulatori dell'ospedale Oftalmico. E' quanto emergerebbe dall'atto aziendale dell'Asl To1, presentato in questi giorni all'assessorato alla Sanità, un atto che nel complesso dovrebbe ridefinire la nuova organizzazione ospedaliera in ottemperanza alle linee disposte dalla Regione stessa.

Un trasferimento, quello dell'Oftalmico, che potrebbe rimanere, al momento, sulla carta. L'assessore alla Sanità Saitta in presenza dell'inidoineità degli ambulatori di via Cherasco (Molinette) ha fatto sapere che il centro specialistico di via Juvarra non cambierà sede finchè non saranno trovati luoghi alternativi e altrettanto idoneii.

Secondo la nuova riorganizzazione ospedaliera che dovrebbe prevedere la razionalizzazione della rete con la cosiddetta "cancellazione dei doppioni" e il miglioramento delle prestazioni e dei servizi forniti alla cittadinanza, l'Oftalmico avrebbe dovuto esser trasferito in parte alla Città della Salute di Torino, in parte al Giovanni Bosco. Una soluzione che ha scatenato le polemiche anche a fronte dei ben 30 interventi mirati alla sede di via Juvarra per rendere l'edificio più accogliente ed ecosostenibile.

"Sottolineando aspetti ovvi - ha affermato il consigliere regionale pentastellato Davide Bono - Saitta continua a prendere in giro le opposizioni insieme a operatori e pazienti dell'Oftalmico. In questo modo mette a rischio l'erogazione del servizio e dei conti dell'Asl To1". Il destino dell'Oftalmico resta dunque appeso a un filo: "Ho fortemente voluto un’opera di programmazione e di razionalizzazione della sanità regionale coerente ai parametri fissati a livello nazionale dal Ministero - ha affermato Saitta -. Questa è la strada obbligata per completare il percorso iniziato da un anno e portare il Piemonte fuori dal doloroso piano di rientro dal debito sanitario".

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