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Cronaca

Uber ricorre, ma tassisti e consiglieri cantano vittoria

Un passo, quello avanzato ieri, che fa gongolare tutti coloro che, in questa lunga battaglia, si sono da sempre schierati a favore dei conducenti delle auto bianche, lottando per quello, di fatto, è stato considerato un servizio di trasporto abusivo

Con la sentenza del Tribunale di Milano, la società californiana Uber perde - in Italia - la prima grande battaglia. Secondo il giudice Marangoni, infatti, l'attività svolta dai drivers low cost è "interferente con il servizio taxi organizzato dalle società, svolto dai titolari delle licenze" e la "mancanza di titoli autorizzativi da parte degli autisti comporta un effettivo vantaggio concorrenziale e uno sviamento di clientela indebito, senza i costi inerenti al servizio taxi". Insomma, un verdetto che fa chiarezza sul nodo delle licenze e porta le categorie delle auto bianche alla vittoria.

Una patata bollente per la società californiana, pronta comunque a fare appello per evitare che centinaia di migliaia di cittadini italiani siano privati del servizio che, bisogna dirlo, negli ultimi mesi, ha accolto a sè, non solo molti drivers, ma anche molti utenti. Il servizio Uber Pop, tuttavia, secondo la sentenza del Tribunale di Milano è illecito poichè in concorrenza sleale con la categoria taxi. Un passo, quello avanzato ieri, che fa gongolare tutti coloro che, in questa lunga battaglia, si sono da sempre schierati a favore dei conducenti delle auto bianche, lottando per quello, di fatto, è stato considerato un servizio di trasporto abusivo.

A cantare vittoria è soprattutto il centro-destra e la Lega Nord, in specie la "coalizione" Marrone-Vignale che, a suo tempo, aveva pesentato in Regione una proposta di legge per inasprire le sanzioni ai conducenti Uber Pop: "Dopo il provvedimento di oggi – afferma Vignale –  il centro sinistra al governo di Regione e Comune non ha più scuse: è arrivato il momento della scelta e della responsabilità votando in Commissione la mia proposta di legge regionale che impone anche in Piemonte il rispetto di una norma nazionale". Proposta di legge che, peraltro, è finita alle consultazioni online, poi di fatto sospese a data da destinarsi in attesa della sentenza del Tribunale di Milano. "Chiamparino sbugiardato dalla magistratura la smetta di cercare alibi e attendismi appellandosi all'Autorithy sui Trasporti - precisa Marrone -. Non ci sono più scuse, bisogna aggiornare la normativa regionale recependo l'indirizzo della recente giurisprudenza".

Dello stesso parere anche la consigliera comunale (FdI-AN) Paola Ambrogio, in prima linea a favore dei conducenti delle auto bianche, che  annuncia la tolleranza zero e l'oscuramento di tutti quei siti web che pubblicizzano il servizio di trasporto Uber o che con questo hanno accordato una partnership.

Insomma, quasi una vittoria annunciata quella delle categorie taxi che, in fondo, tutti si aspettavano. Più volte il portavoce dei tassisti torinesi Federico Rolando si era detto ottimista e, in una recente intervista rilasciata al quotidiano online TorinoFlash aveva dichiarato: "Noi tassisti anche nel futuro".

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