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Cronaca Chiomonte

Tav, Maroni non ha dubbi: "Qualcuno ha intenzione di uccidere"

Il ministro dell'Interno giudica chiari gli ultimi scontri avvenuti in Val Susa, "quando si prendono le bombe carta, le molotov, i massi da lanciare addosso a poliziotti e carabinieri, si ha intenzione di uccidere"

Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, è intervenuto sugli ennesimi scontri (senza feriti) della scorsa notte in Val Susa, che hanno portato al fermo di due donne. "Qualcuno ha intenzione di uccidere. Ho sentito il sindacato di Polizia - ha spiegato il ministro - dice che questi hanno intenzione di uccidere: io temo sia così, perché quando si prendono le bombe carta, le molotov, i massi da lanciare addosso a poliziotti e carabinieri, si ha intenzione di uccidere. Maroni aveva ribadito la linea della fermezza nei confronti di chi intralcerà i cantieri con la violenza: "siamo assolutamente determinati e in grado di gestire la situazione - aveva assicurato - i cantieri andranno avanti".

ARRESTI E PENE ESEMPLARI Già nella mattinata di ieri, il Sap aveva detto che "qualcuno voleva il morto" e c'era stata l'esplicita richiesta di "cambiare le regole di ingaggio" delle forze dell'ordine, sottolineando che "da qualche settimana il numero complessivo di uomini impiegati è diminuito". La soluzione sarebbe, secondo il sindacato, "arresti, sentenze rapide e punizioni esemplari". La più originale è stata suggerita dal parlamentare del Pd Stefano Esposito, per il quale le donne arrestate la notte scorsa "dovrebbero essere messe a lavorare nel cantiere" della Torino-Lione. Obiettivo, "sei mesi di lavori socialmente utili" a stretto contato con le forze dell'ordine, per "imparare la difesa dei valori dello Stato".

COISP: "MARONI, SOLO FRASI A EFFETTO" Se la Sap e le parole di Maroni sono improntate sulla stessa teoria di azione, non si può dire la stessa cosa per il sindacato di polizia indipendente Coisp. "Le parole di Maroni - dichiara il Coisp - sono solo frasi a affetto, ma delle condizioni dei poliziotti che rischiano la salute al ministro non importa nulla". I No Tav, che hanno annunciato un presidio di solidarietà per le due arrestate lunedì prossimo a Torino, hanno respinto le accuse avvalorando l'idea che siano "gli uomini di Maroni" che "lanciano pietre contro i manifestanti".

NO TAV Il racconto degli scontri raccontati dai manifestanti sono diversi da quelli delle forze dell'ordine. "Un lungo serpentone di persone - questo il loro racconto - si è snodato per i sentieri illuminati dalla luce della luna fino alla Baita. Appena i primi No Tav sono riusciti ad avvicinarsi alla recinzione, un fittissimo lancio di lacrimogeni ha riempito la piccola Val Clarea di una spessa nebbia, tossica e irritante. I lanci sono continuati, così come le azioni sulle recinzioni, sino a notte inoltrata". A Chiomonte c'era "tanta gente - spiega il Coordinamento - chi con elmetti per proteggersi dalle pietre lanciate dagli agenti, chi con mascherina per difendersi dai gas e con tenaglie e tronchesine". L'informazione sull'accaduto fornita dai media è definita dai No Tav come "disinformazione di regime", dalla quale "l'unica verità che emerge è la frase del ministro Maroni 'questi hanno intenzione di uccidere', accusa che rimandiamo al mittente".

(ANSA)

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