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Cronaca Susa

No Tav, in almeno 10 mila alla fiaccolata. E il cantiere è quasi pronto al via

Più di cento operai sono già al lavoro per spianare il terreno. Martedì sera una fiaccolata a Chiomonte, molto partecipata, circa 10 mila persone, ha percorso le strade di Susa

Non c'è più la Libera Repubblica della Maddalena, se non nel ricordo di chi l'ha vissuta per 41 lunghi giorni. Il blitz della polizia ha spazzato via il presidio, ma i No Tav (qui la cronaca del 27 giugno 2011)  sentono più forte che mai la necessità di continuare a difendere il territorio della Valsusa, che considerano a serio rischio con i lavori per la Torino-Lione. Più di cento operai sono già al lavoro per spianare il terreno. Martedì sera una fiaccolata a Chiomonte, molto partecipata, circa 10 mila persone, ha percorso le strade di Susa. C'erano anche tanti sindaci e amministratori locali della zona.

In un mese e mezzo l'intera area nei pressi di Chiomonte, grande come sei campi da calcio, sarà pronta per il via ai lavori di scavo del tunnel geognostico propedeutico della linea ferroviaria ad alta velcoità Torino-Lione. I lavori andranno avanti per tre anni, sempre se non ci saranno eventuali ritardi. Ci sarà un cancello di ingresso sulla strada asfaltata e rete metalliche lungo tutto il perimetro. Anche i piazzali davanti al Museo archeologico e all'azienda vinicola sono stati recintati. Dell"accampamento resistenté realizzato dagli oppositori della Torino-Lione rimangono poche tracce: qualche tenda rotta, una ventina di sedie accatastate, uno scaffale metallico sbilenco, una vecchia roulotte.

Qui e là alcuni No Tav ieri si aggiravano nella zona per recuperare gli ultimi oggetti rimasti, ma entro qualche settimana il cantiere sarà definitivamente off limits. "Hanno devastato molte nostre tende - accusano due uomini del movimento No Tav - le hanno usate come gabinetto, hanno fatto sparire soldi e oggetti personali". Dei messaggi di protesta contro la ferrovia ad alta velocità resta un solo segno, un grande manifesto legato a un traliccio con la scritta: "Maroni manda le truppe contro i popoli delle Alpi che difendono i loro territori".

Le forze dell'ordine bloccano gli accessi sulla strada dell'Avanà, dalla centrale idroelettrica in su, proteggono gli operai delle ditte. Sono molte decine e hanno sistemato i loro uffici provvisori anche nei locali del Museo Archeologico. Staranno lì - viene spiegato - finché ce ne sarà la necessità. Una sistemazione che ha fatto andare su tutte le furie l'assessore alla Cultura di Chiomonte, Cristina Uran, spingendola addirittura a dimettersi. "Si sono piazzati lì, senza neppure chiedere il permesso. E intanto tutta l'area della Maddalena sta subendo una devastazione vergognosa".

All'uscita dal tunnel dell'autostrada Torino-Bardonecchia lo svincolo per l'accesso dei mezzi di cantiere è stato costruito a tempo di record, lavorando anche la scorsa notte. Dove ieri mattina i manifestanti hanno cercato di bloccare forze dell'ordine e operai, oggi c'é una strada sterrata. Alla centrale idroelettrica è stato abbattuto l'imponente cedro che ieri i No Tav hanno cercato di fare cadere per bloccare la ruspa prima che spazzasse via le barricate No Tav. Sulla strada dell'Avanà restano i segni del suo passaggio, pezzi delle barricate rimosse sono finite nei vigneti. E una coppia, furibonda, è andata a protestare oggi nell'ufficio del Comune: "E' la vigna di mio padre, che ha 88 anni - ha spiegato una donna di Chiomonte - e adesso chi toglie le traverse di legno che sono state spinte sui filari? E perché nessuno ci fa entrare nei nostri terreni?". Così il sindaco Renzo Pinard ha chiesto al prefetto di Torino "di allargare le maglie dei controlli per i proprietari dei terreni alla Maddalena".

(ANSA)

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