No Tav: "No alla scarcerazione perché avrebbero ripetuto i reati"
Il Tribunale del riesame di Torino ha motivato la sentenza con cui ha negato la scarcerazione di due attivisti No Tav sottolineando "una spiccata propensione a trasgredire comandi normativamente imposti dall'autorità"
Il tribunale del riesame di Torino ha motivato la sentenza di respingimento di scarcerazione per i due attivisti No Tav arrestati lo scorso 26 gennaio. Secondo i giudici, Luca C. di 38 anni e Giorgio R. di 50 anni hanno "una spiccata propensione a trasgredire comandi normativamente imposti e le prescrizioni dell'autorità, con serio pericolo che i medesimi, ove sottoposti a regime coercitivo di minor rigore, violino gli obblighi e le prescrizioni ad esso inerenti e adottino iniziative di natura francamente sediziosa, della stessa natura di quelle che hanno presieduto alla perpetrazione delle condotte delittuose per cui si procede".
Per i due - si legge ancora - il carcere è "il minimo presidio idoneo a fronteggiare le consistenti e impellenti esigenze cautelari" dovute non solo alle "condotte delittuose" e ai "profili di pericolosità" dei due indagati, ma soprattutto alla "refrattarietà mostrata da entrambi rispetto alle pregresse esperienze giudiziarie in cui risultano entrambi essere stati coinvolti anche in epoca recente". (Ansa)