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Cronaca Chiomonte

Tav, si avvicina il giorno della verità. Maroni: "Si comincia entro il 30 giugno"

Il movimento No Tav non molla di un centimetro e continua a presidiare i terreni dove si dovrebbe iniziare a scavare l'imbocco del tunnel esplorativo della linea ferroviaria Torino-Lione

Dopo l'avvertimento dell'Unione Europea, che vuole avere la certezza che il cantiere a Chiomonte partirà davvero entro fine mese, arriva la risposta del Governo italiano, per voce del ministro dell'Interno, Roberto Maroni. "Entro il 30 giugno il cantiere sarà aperto, nonostante le polemiche infinite, perché sarebbe un delitto per le giovani generazioni". Queste le parole del ministro, ma il tempo corre veloce e la scadenza ormai è molto vicina. "Dicono che è tutto pronto, da 20 giorni, ma questo cantiere non parte mai", dice  Paolo Balistreri, direttore di Traspandana e segretario generale di Confidustria Piemonte.

Il richiamo all'Italia del commissario europeo ai Trasporti è un segnale di quanto sia ormai prossima l'apertura del cantiere alla Maddalena di Chiomonte per la Torino-Lione. Lo commentano con umore opposto coloro che sono favorevoli e coloro che sono contrari alla linea. Sono soddisfatti i favorevoli all'opera, lo temono i movimenti No Tav che da giorni non mollano per un solo secondo il presidio allestito, con tanto di tendopoli, sui terreni dove si scaverà l'imbocco del tunnel esplorativo e dove si posizioneranno uomini e mezzi delle società incaricate dei lavori. Per questo motivo l'assemblea popolare pomeridiana, appuntamento quotidiano del movimento No Tav, sui siti internet viene ricordata con particolare cura per la giornata di sabato: "E' importante, partecipiamo numerosi".

Un appello a continuare e tenere viva la mobilitazione, intanto il consiglio comunale di Chiomonte ha approvato, con voto unanime, un ordine del giorno che rifiuta ogni forma di violenza, sia da parte dei manifestanti sia per mano delle forze dell'ordine. Il movimento No Tav ha indirizzato una lettera aperta a Pier Luigi Bersani, segretario nazionale del Pd, invitandolo a salire in Valle di Susa, ai presidi di protesta, per spiegare le ragioni del no, che "sono per il bene del Paese". Il vicecoordinatore regionale del Pdl Agostino Ghiglia invita i dissidenti ad usare buon senso: "l'opera si farà a qualunque costo, se necessario anche con l'impiego delle Forze Armate". Sempre dal Pdl, il coordinatore vicario di Torino Maurizio Marrone, chiede al sindaco Piero Fassino di sgomberare i centri sociali di Torino "perché - argomenta - in quelle sedi sventolano le stesse bandiere che si vedono sulle barricate in Val Susa. Lì ci sono - sostiene Marrone - le basi operative dei violenti che si sono infiltrati nel movimento No Tav fino a egemonizzarlo".

Fonte: Ansa

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