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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Caselli: "Silenzio e sottovalutazione della violenza No Tav"

Il procuratore Caselli ha affermato che su quanto sta accadendo in Val Susa "C'e' un fondo di preoccupazione per il silenzio e la sottovalutazione, se non peggio, da parte di uomini della cultura, della politica, dell'amministrazione e anche dell'informazione"

Riguardo all’operazione dei carabinieri in Valle Susa la scorsa notte, il procuratore di Torino Gian Carlo Caselli si è espresso affermando che il sequestro del materiale sull’auto-arsenale "ha impedito l'ennesimo assalto violento al cantiere Tav di Chiomonte”. Caselli ha anche lodato l’"ottimo lavoro" dei militari guidati da capitano Stefano Mazzanti, della compagnia di Susa, e del colonnello Roberto Massi, comandante provinciale.

Secondo Caselli, però, ci sono dei settori della politica, della cultura, dell’amministrazione e dell’informazione “che non riescono forse a vedere come stanno davvero le cose e sono portati a considerare con comprensione gesti che invece sono di pura violenza". Secondo il procuratore, si tratta della pretesa che “la legge non debba applicarsi agli amici o a chi e' affine sul piano politico o culturale. E' un modo di pensare che con la Costituzione ha poco a che fare".

Caselli, però si è anche espresso duramente verso il "silenzio che diventa connivenza" di alcuni episodi.  L’esempio da lui riportato è quello dei blocchi autostradali delle seconde settimane: "C'erano - ha affermato - vedette e sorveglianza nei punti di accesso. Abbiamo avuto camionisti costretti a soste forzate e a esibire documenti e bolle di accompagnamento. Tutto questo vuol dire 'controllo del territorio e delle persone'. Ma queste sono funzioni riservate ai poteri pubblici”. Secondo Caselli, sono azioni che non hanno niente a che fare con la Costituzione

"Eppure - ha aggiunto - sui social network sono apparse cronache ineffabili”; a proposito dell’episodio del camion olandese fermato, al quale è anche stata forata una gomma, Caselli ha spiegato: “Il camionista è stato descritto come 'alterato'. Ed è la stessa tecnica che si usa per denigrare le vittime di stupro: gli stupratori si fanno passare per mammolette e la colpa ricade sulle donne".

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