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Cronaca

Musy: c'è nesso tra le ferite e la morte, Furchì accusato di omicidio

Cambia il capo di imputazione per Francesco Furchì, il presunto aggressore di Alberto Musy. Il nesso tra l'agguato e il decesso dell'ex consigliere comunale trasforma l'accusa in omicidio volontario aggravato

Cambia l'accusa nei confronti di Francesco Furchì, l'uomo imputato nel processo per l'aggressione dell'allora consigliere comunale dell'Udc Alberto Musy, deceduto lo scorso 23 ottobre per insufficienza respiratoria. Dalla perizia svolta dal medico legale Luca Tajana, su incarico del Tribunale di Torino, è stato provato che c'è un nesso di causa tra le ferite provocate dai colpi di pistola sparati dall'uomo con il casco quella mattina e la morte avvenuta 19 mesi più tardi.

Dall'accusa di tentato omicidio si passa ora a quella di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dai motivi abbietti e futili e dallo stato di minorata difesa della vittima. Il capo d'imputazione per il presunto aggressore, ormai in carcere da quasi un anno, è stato cambiato dal pm Francesco Furlan.

Nella giornata di oggi al Palagiustizia è in programma una nuova udienza. Una delle prime cose dette è che durante l'autopsia sul corpo di Musy è stato recuperato un proiettile rimasto conficcato nella schiena e che non era mai stato possibile estrarre.

Il processo andrà avanti e con il nuovo capo d'imputazione Francesco Furchì rischia la condanna all'ergastolo.

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