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Cronaca Centro / Via Giuseppe Barbaroux

Omicidio Musy: Francesco Furchì condannato all'ergastolo

La Corte d'Assise ha deciso: l'uomo con il casco è Furchì e per questo dovrà scontare l'ergastolo. Si chiude così il primo grado del processo per l'omicidio dell'ex consigliere comunale Alberto Musy

Francesco Furchì è stato condannato alla pena dell’ergastolo per l’omicidio di Alberto Musy, il consigliere comunale ferito a colpi di pistola il 21 marzo 2012 nell’androne di casa in via Barbaroux e deceduto diciannove mesi dopo, il 24 ottobre 2013.

Si chiude così il primo grado del processo per l’omicidio volontario dell’ex candidato sindaco e consigliere comunale dell’Udc. La Corte d’Assise, presieduta dal giudice Pietro Capello, ha accolto la richiesta dell’accusa del pubblico ministero Roberto Furlan.

Durante la lettura del dispositivo, Furchì ha più volte scosso la testa e, rivolgendosi ai suoi legali, ha esclamato “non è giusto, io sono innocente, questa è un’ingiustizia”. Di non essere lui l’aggressore di Musy lo ha ripetuto più volte nei mesi precedenti, ma a nulla gli è valso.

In attesa della sentenza anche la vedova di Musy, Angelica Corporandi d’Auvare. “Ora so cosa dire alle mie bambine quando torno a casa - ha detto a caldo -. Mi aspettavo un verdetto del genere, ora possiamo tornare a vivere. Per noi è una liberazione”.

I giudici hanno riconosciuto ad Angelica Corporandi D’Auvare (e alle quattro figlie di Alberto Musy) una provvisionale di un milione di euro. Alla madre e alla sorella dell’ex consigliere 100 mila euro ciascuna. Ancora: al Comune di Torino, che si è costituito parte civile, è stato riconosciuto un acconto di 30 mila euro, per l’Università 83 mila euro.

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