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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Avigliana / Via Galiniè, 38

Il museo della dinamite: il premio Nobel di Avigliana

Il nome del premio più importante al mondo è quello di un industriale divenuto ricco grazie alla dinamite e poi "pentito": decisiva la tappa torinese della sua storia

La famiglia Nobel aveva una tradizione di imprenditoria industriale prima ancora che Alfred nascesse, ma quando lui era piccolo suo padre fece bancarotta e dovette trasferirsi dalla Svezia a San Pietroburgo per avviare una nuova industria. Nel 1842, a 9 anni, anche Alfred si trasferì in Russia, dove fu istruito da insegnanti privati. In particolare, il suo interesse era per le lingue e la chimica.

Prima ancora dei 18 anni, Alfred era già stato a Torino e Parigi, e aveva conosciuto Ascanio Sobrero, chimico di Casale Monferrato vissuto a Torino: Sobrero aveva inventato la nitroglicerina, ma era preoccupato dalla sua pericolosità ed esplosività incontrollabili. La scarsa praticità della nitroglicerina fu vissuta invece come una sfida da Nobel: vinta in dieci anni, perché nel 1863 Nobel aveva già brevettato la dinamite, molto più maneggevole ed efficiente della nitroglicerina.

L'Ottocento è stato un secolo denso di guerre, in Europa, e l'azienda del padre di Alfred era fornitore ufficiale dell'esercito russo nella guerra di Crimea. In breve, la società Nobel divenne uno dei più grandi produttori di armamenti, con stabilimenti in tutta Europa, tra cui appunto quello di Avigliana completato nel 1873.

Dopo aver girato tutto il mondo, Nobel si era fermato a vivere a Parigi. Qui nel 1887 brevettò la balistite, una polvere da sparo senza fumo: un'altra invenzione molto utile durante i conflitti, quando il fumo della polvere tradizionale causava problemi di visibilità a chi sparava e al contempo lo rendeva visibile ai nemici lontani.

Nobel provò a vendere il brevetto alla Francia, ma il governo di Parigi preferì la “polvere B” inventata da un chimico francese. L'industriale svedese si rivolse allora al Regno d'Italia, che nel 1889 stipulò un contratto per produrre 300.000 chili di balistite. Una commessa così ingente da obbligare la società Nobel ad ampliare lo stabilimento di Avigliana, che divenne uno dei più grandi al mondo.

La sua scelta di cedere i diritti all'Italia non fu affatto apprezzata in Francia, che all'epoca era in guerra con l'Italia e che considerò un tradimento questo passaggio. L'immagine di Nobel era molto offuscata al di là delle Alpi, e poi nel 1888 ci fu un episodio molto significativo: morì suo fratello Ludvig, ma un giornalista francese capì che era morto Alfred. Scrisse quindi un articolo intitolato “Il mercante di morte è morto” criticando la ferocia della dinamite. Alfred fu molto colpito da questa vicenda: si trasferì a Sanremo nel 1891, dove morì nel 1896. Trascorse gli ultimi anni di vita riflettendo sul ricordo che avrebbe lasciato. Decise così di devolvere gran parte del suo patrimonio (non avendo moglie né figli) a un fondo che li amministrasse e che istituisse dei riconoscimenti in denaro, i Premi Nobel appunto, nati nel 1901. Tra i quali anche il Nobel per la pace, voluto proprio dall'uomo che ha inventato la dinamite. E proprio la pace, o almeno la fine della seconda guerra mondiale, è stata la causa della chiusura del Dinamitificio Nobel negli anni '60. Per decenni qui fu attiva una fabbrica di vernici, ma dal 2002 è diventato un affascinante eco-museo per rivivere il periodo in cui qui, a pochi chilometri da Torino, centinaia di operai rischiavano la vita ogni giorno per produrre la dinamite.

(Info per visite guidate a questo link)

Fonte foto: Associazione Amici di Avigliana

Il Dinamitificio Nobel di Avigliana

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