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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Il cartello della discordia: appartamento "venduto"? Multa da 500 euro

Il caso portato da Vittorio Bertola (M5S) in Sala Rossa porta alla luce un argomento sconosciuto ai più, ma ben nota alla Polizia municipale. Oggetto della discordia sono i cartelli "vendesi" e "affittasi"

Di cartelli "vendesi" e "affittasi" siamo ormai abituati a vederne a centinaia affissi di fianco ai portoni dei palazzi torinesi. Non ci facciamo nemmeno più caso se non quando siamo alla ricerca di un alloggio da comprare o semplicemente da affittare. C'è però chi ultimamente non li ha persi di vista: sono gli agenti di Polizia municipale che, poco più di un mese fa, hanno multato un agente immobiliare per aver lasciato appeso un cartello sulla facciata di un immobile, con impressi i contatti dell'agenzia e la scritta "venduto".

Come conferma il verbale arrivato in ufficio all'agente immobiliare, per poter affiggere un cartello del genere, cioè con la scritta "venduto", avrebbe dovuto pagare alla Città una tassa di 5,64 euro. Pagamento che, evidentemente, non era stato effettuato e per cui è stato sanzionato con una multa di 514,22 euro. Questo importo è la somma di 5,64 euro di tassa non corrisposta, 0,14 euro per interessi di mora sulla tassa
non corrisposta, 50 euro di sanzione minima per l'omessa dichiarazione al Comune dell'apposizione del cartello, 22,45 euro di spese postali e diritti di notifica, 15,99 euro di spese sostenute dal Comune per la rimozione del cartello, 420 euro di sanzione generale.

La questione è diventata oggetto di interpellanza in Sala Rossa. "L'articolo 17 del D.Lgs. 507/1993 - dice il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Vittorio Bertola -, esplicitamente citato come fonte normativa della contravvenzione, al punto b) del comma 1 stabilisce che sono esenti dal pagamento dell'imposta gli avvisi al pubblico 'riguardanti la locazione o la compravendita degli immobili sui quali sono affissi, di superficie non superiore ad un quarto di metro quadrato', che tale esenzione è ripresa tale e qual e anche all'articolo 21 comma 1 punto e) del Regolamento Comunale n. 335, e che per questo motivo le agenzie  immobiliari non hanno mai pagato tasse sull'affissione dei normali cartelli di compravendita o affitto sugli
immobili, né si aspettano di doverle pagare".

Ma in questo caso, e in altri 60 solo dall'inizio del 2013, la parola "venduto" ha fatto la differenza. "Quando scrive 'venduto' - spiega l'assessore Gianguido Passoni - l'agente immobiliare sta propagandando l'efficienza della sua attività, non sta rendendo un'informazione tecnica e organizzativa utile alla compravendita stessa che è citata tra le esenzioni". Sarebbe questa la differenza sostanziale che è costata, in 10 mesi, la multa a 67 agenti immobiliari.

"Anche io mi rendo conto che un cartello del genere possa essere interpretato come una pubblicità, ma sono molto perplesso ugualmente - dice il consigliere Bertola -. La legge non dice che il cartello debba riferirsi all'immobile in vendita, ma alla compravendita dello stesso e la parola 'venduto' potrebbe benissimo riferirsi a questo". Il consigliere del Movimento 5 Stelle si dice stranito dal fatto che le multe per questo tipo di infrazione siano passate da 0 nel 2009 a 67 nei primi mesi del 2013. "Multare sembra un comportamento vessatorio - aggiunge -. Ci si sarebbe potuti almeno prima accertare che la norma fosse conosciuta e al limite fare una campagna di informazione con le associazioni di categoria e le agenzie immobiliari".

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