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Venerdì, 8 Dicembre 2023
Cronaca

All'Università di Torino tutti piangono Marco Neppi-Modona, che lascia moglie e due figli

Morto travolto da una valanga in montagna nella 'sua' Valle d'Aosta

Il mondo della psicologia torinese è in lutto per la scomparsa di Marco Neppi-Modona, professore associato di neuropsicologia all'Università di Torino morto nella mattinata di domenica 18 dicembre 2022 travolto da una valanga sulle montagne della Valle d'Aosta. Aveva 52 anni e lascia la moglie, che aveva sposato 26 anni fa, e due figli ormai adulti. I funerali si terranno giovedì 22 alle 14,30 al cimitero di Courmayeur (Aosta).

Cordoglio per la scomparsa è stato espresso, naturalmente, sia dall'Ateneo torinese che dall'Ordine degli psicologi. Professionalmente si era formato all'estero, partecipando ad attività di ricerca in Francia, Germania e Stati Uniti, ma da tempo lavorava nella sua Torino. 

Neppi-Modona era un grande appassionato di montagna e ogni volta che poteva si recava a fare scialpinismo con degli amici in particolare sulle alture della Valle d'Aosta, che erano quelle che amava di più. Gli piaceva anche molto la fotografia, che metteva in pratica anche nelle sue uscite sulla neve immortalando panorami mozzafiato.

I ricordi di chi lo ha conosciuto

"Con la guida del professor Marco Neppi-Modona, all'epoca ancora ricercatore, avevo svolto una tesi di ricerca in neuropsicologia, di cui fu il relatore. Ricordo ancora le sue 'proposte di revisione', perché non aveva i modi arroganti di tanti docenti lamentati da moltissimi studenti, e la rapidità di risposta. Come ho detto, mi sono sentita fortunata. Ricordo la sua gentilezza, la riservatezza, il rigore metodologico e che si entusiasmava proprio per quello che trovava di interessante nelle ricerche, compreso il tuo lavoro di studente, sottolineandosi i passaggi importanti. E poi ricordo un gruppo di colleghi affiatatissimi che collaboravano come poche volte ho avuto la fortuna di osservare anche dopo. Mi addolora moltissimo aver saputo oggi che non c'è più e in modo così improvviso, pur facendo quello che credo gli piacesse di più".

"In un ieri lontano è stato il mio professore di neuropsicologia. In un ieri appena passato siamo diventati colleghi e mi ha dato il suo benvenuto tra i membri dell'area. Oggi è un triste giorno. Domani entrerò in dipartimento e non sarà la stessa cosa. Marco ci mancherà".

"Una persona curiosa e appassionata come poche, una mente brillante da cui ho tanto imparato e con cui ho avuto la preziosa e fortunata occasione di confrontarmi e collaborare. Marco Neppi-Modona è una grande lezione di ieri e un incolmabile vuoto di domani. Grazie".

"Mio professore di neuropsicologia, prima in triennale in un’aula affollata da centinaia di ragazzini, e poi l’anno scorso, al primo corso della magistrale. Eravamo massimo venticinque persone ed è capitato spesso di discutere insieme di scienza, dei suoi metodi e della meravigliosa scoperta del cervello umano. Avrei dovuto frequentare il suo laboratorio a febbraio e invece mi resta solo questa domanda: 'Riuscirà mai il cervello a comprendere se stesso?'. Grazie professore, ovunque sia".

"Oltre ad essere stato un professore durante la mia formazione e durante il mio lavoro nel Bipgroup per diversi anni, se c'è una cosa che Marco Neppi-Modona mi ha insegnato è di vivere totalmente la bellezza della vita. Grazie".

"Ci hai fatto amare la tua materia, grazie per ciò che ci hai insegnato!".

"Ritrovarsi dopo anni tramite i social, due chiacchiere virtuali, ammirazione per tutto: studi, hobby, amici in comune tanti fin da nanetti. E non ho avuto il tempo di un caffè. Avrei voluto rivedere il Marcolino prof prima di ieri".

"Non so cosa dire, non vedevo l'ora di salire di nuovo con te questa stagione. Ora non succederà, non posso crederci. Le mie più sentite condoglianze alla tua famiglia. Mi mancherà il tuo sorriso, i tuoi occhiali rotondi colorati e la tua compagnia. Addio, questa volta per sempre".

"Arrivederci Marco, tradito dalla tua montagna in un abbraccio mortale. Dopo gli anni dall'università non abbiamo fatto in tempo ad incontrarci, a vedere come eravamo cambiati, a parlare delle nostre vite. Ti ricorderò poco più che ragazzino, con una massa di capelli ricci e gli occhiali rotondi. Un abbraccio alla tua famiglia e a tutte le persone che ti hanno voluto bene".

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