rotate-mobile
Cronaca Centro / Via Giuseppe Barbaroux

Alberto Musy, morto nella notte per insufficienza respiratoria

L'ex consigliere comunale dell'Udc fu vittima di un agguato a marzo 2012 sotto casa sua, in centro a Torino. Lascia la moglie Angelica Corporandi d'Avare e quattro figlie

Nella notte è morto Alberto Musy, l'ex consigliere comunale vittima di un agguato la mattina del 21 marzo 2012. Si è spento alle 22 di ieri sera a causa di un'insufficienza respiratoria. La causa l'ha spiegata questa mattina Antonio De Tanti, il direttore del centro medico di Fontanellato (Parma), all'apertura dell'udienza del processo con imputato Francesco Furchì: "Da uno o due giorni - ha spiegato - il paziente era in preda alla febbre e si era proceduto con una terapia antibiotica. Purtroppo, in questi casi, le infezioni alle vie aeree sono le cause più frequenti di complicanze. Vari fattori portano a infezioni. E la terapia antibiotica non riesce a dominarle".

In via Barbaroux, proprio davanti a dove abitava, un uomo con un casco in testa gli sparò tre colpi di pistola nel tentativo di ucciderlo. Musy rimase a terra e venne soccorso dai familiari e dai vicini di casa, prima di essere trasportato d'urgenza al Pronto Soccorso dell'ospedale Molinette.

Da quel fatidico giorno l'allora consigliere comunale dell'Udc è rimasto in coma, prima di spegnersi nella notte nella clinica "Anni Azzurri" di Santena in cui si trovava. Lascia la moglie Angelica Corporandi d’Avare, che dal giorno dopo l'aggressione si è battuta sia affinché venisse trovato "l'uomo con il casco" e poi per far decadere la carica comunale al marito, e quattro figlie di 3, 9, 11 e 13 anni.

La sua aggressione aveva sconvolto il mondo della politica e dell'opinione pubblica. La caccia all'aggressore è presto diventata "cosa nazionale" e diverse sono state le manifestazioni che hanno coinvolto centinaia di persone. A lui si era interessato anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il quale aveva comunicato che Musy sarebbe diventato commendatore.

Il 30 gennaio 2013 viene fermato un uomo. Francesco Furchì, vecchia conoscenza di Alberto Musy, potrebbe essere il famoso uomo con il casco. Ci sono i moventi e c'è una perizia che accerta che la camminata dell'aggressore, ripreso dalle telecamere di sicurezza del centro cittadino, rispecchia quasi completamente quella di Furchì. Inizia così il processo - ancora in corso - al termine di un'indagine "lunga e faticosa" durata diversi mesi.

IL VIDEO DELL'AGGRESSORE COL CASCO >>

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Alberto Musy, morto nella notte per insufficienza respiratoria

TorinoToday è in caricamento