Tassista di Moncalieri morto dopo due aggressioni e quattro ricoveri a Torino: inchiesta verso l'estensione ai medici

Proseguono le indagini sulla morte di Pasquale Di Francesco, detto Lino, tassista 63enne di Moncalieri che ha perso la vita a metà ottobre 2022 dopo due mesi di coma. L'autopsia, eseguita dal medico legale Alessandro Marchesi su incarico del pm Alessandra Provazza della procura di Torino, che coordina le indagini, ha accertato che il decesso è stato dovuto a un ematoma subdurale cronico.

Vi sarebbe quindi il nesso di causalità con il doppio pestaggio che l'uomo aveva subito, nel tentativo di recuperare una catenina che gli era stata donata da suo padre e che gli era stata strappata, le sere del 22 e 23 giugno in via Nizza a Torino, per cui sono indagati due ragazzi e una ragazza difesi rispettivamente dagli avvocati Elisabetta Alessandro, Fulvio Violo e Andrea Giovetti. Nesso su cui il legale della famiglia Di Francesco, avvocato Davide Neboli (nella foto sotto), era inizialmente cauto, probabilmente anche per evitare reazioni scomposte da parte dei tassisti che avevano immediatamente attribuito alle aggressioni la causa principale della morte.

Tuttavia, l'inchiesta sembra inevitabilmente destinata ad allargarsi a eventuali colpe dei medici, in particolare a quelli dell'ospedale Molinette in cui fu ricoverato dal 3 all'8 agosto scorso e da cui fu dimesso (ma anche in questo caso era la terza volta che avveniva, per un totale di quattro ricoveri) appena tre giorni prima dell'ultimo ricovero, avvenuto l'11, in cui Di Francesco entrò quasi immediatamente nel coma irreversibile che sfociò nella sua morte due mesi dopo. Un intervento chirurgico a cui fu sottoposto nel corso dell'ultimo ricovero non era servito a nulla: le sue condizioni erano ormai troppo gravi perché potesse essere salvato. L'uomo, tra l'altro aveva raccontato ai figli di sentirsi molto male per tutto il mese di luglio, successivamente alla doppia aggressione.