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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Barriera di Milano / Corso Vercelli, 119

Morta per il gas in corso Vercelli, forse poteva essere salvata

La Procura di Torino ha aperto un'inchiesta. Al vaglio di Guariniello due carabinieri che il giorno prima avevano bussato all'appartamento delle due donne

Al momento non ci sono indagati, ma la Procura di Torino ha aperto un fascicolo sulla morte di Giuseppa Cecere, la donna di 68 anni deceduta nel suo appartamento in corso Vercelli 119, in seguito alle esalazioni di monossido di carbonio provenienti da una stufa difettosa.

Al pm Raffaele Guariniello non tornano i conti. Pare infatti che una quindicina di ore prima del ritrovamento del corpo senza vita della donna e della figlia Anna Migliaccio, ricoverata ancora in gravi condizioni all'ospedale San Giovanni Bosco, due carabinieri fossero andati a bussare alla porta delle due donne, avvertiti da un nipote anche lui appartenente all'Arma, ma in servizio in Toscana, che non riusciva a mettersi in contatto con le parenti. Non avendo ricevuto risposte dall'interno dell'appartamento e dopo, pare, aver ascoltato i vicini di casa secondo i quali non c'era nulla di strano nelle abitudini delle due donne, i carabinieri se ne sarebbero andati.

Quello che ora la Procura si chiede e se le due donne sarebbero potute essere salvate. Come primo passo è stata disposta l'autopsia. Le ipotesi di reato potrebbero essere due, omicidio colposo e lesioni colpose. Quest'ultima ipotesi di reato riguarda le condizioni della figlia della vittima, la quale si trova ancora in rianimazione e potrebbe aver subito lesioni permanenti al cervello a causa dell'intossicazione.

Gli ispettori della polizia giudiziaria sono stati incaricati di controllare sia la stufetta che ha di fatto intossicato le due donne, sia di indagare sull'aspetto temporale del soccorso e della visita domiciliare senza esito, avvenuta alle 20 del giorno prima del ritrovamento, dei due carabinieri. Per il momento nessuno è iscritto nel registro degli indagati.

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