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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Musy: Monateri incontra il rettore. "Non esiste alcun biglietto"

"Non esiste alcun biglietto" che inneggia all'attentato contro Alberto Musy. Lo ha sostenuto quest'oggi Pier Giuseppe Monateri, il docente di Giurisprudenza che compare nel decreto del fermo di Francesco Furchì

Le indagini sull'agguato ad Alberto Musy si spostano dalla Questura alle aule dell'Università di Torino. L'atteso incontro tra il rettore, Ezio Pellizzetti, e il docente di diritto comparato, Pier Giuseppe Monateri, si è svolto questa mattina. C'era da fare chiarezza su un presunto biglietto, che sarebbe stato intercettato da uno studente, su cui il professore aveva scritto "Acerbis Nano ce l'ha insegnato: sparare agli str... non è reato" (Acerbis Nano è la marca del casco indossato dall'aggressore di Musy, ndr). A rischio c'è un provvedimento disciplinare per Monateri.

"Non esiste alcun biglietto" che inneggia all'attentato contro Alberto Musy "ma solo un foglio A4 in cui, sovrapensiero e pensando alle indagini su quello e altri episodi, scrissi una serie di slogan riportati dai giornali come elemento di riflessione privata". Questo è quello che ha sostenuto il professor Monateri davanti al rettore Pellizzetti.

Se da una parte il docente nega l'esistenza di un biglietto, dall'altra parla di un foglio su cui "sovrapensiero" aveva annotato alcune frasi. Ma queste ultime non riguarderebbero l'aggressione ad Alberto Musy. "Nessuno studente è stato mai coinvolto e quel foglio resta un fatto privato che nulla ha a che fare con l'attentato. Tra tutti - ha aggiunto Monateri - resto un testimone d'accusa ritenuto importante per le indagini e non mi sono mai sottratto a questo ruolo. La vicenda di Alberto è tristissima e io mi sono rammaricato, ma mai vergognato, di quanto accaduto".

Pier Giuseppe Monateri non è iscritto nel registro degli indagati, ma è citato nel decreto del fermo di Francesco Furchì, accusato di avere sparato al consigliere comunale dell'Udc lo scorso 21 marzo. I due si conoscevano e, da quanto trapelato, entrambi avrebbero chiesto a Musy, che faceva parte della Commissione esaminatrice, di avere un occhio di riguardo per il nipote di un ex ministro per una cattedra all'Università di Palermo. Questo dettaglio non è però stato confermato davanti al rettore. "Non ho avuto divergenze con Musy né ho mai voluto raccomandare alcun candidato nel concorso per una cattedra. Ora - ha concluso il professore - sono preoccupato per me e per la mia famiglia".

Dopo il dibattito di questa mattina nelle aule dell'Università di Torino, il Consiglio del Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Torino esprime "ferma e risoluta riprovazione per i gesti e per i contegni ascritti ad un proprio componente" per il 'bigliettino' inneggiante all'attentato a Musy. "A prescindere dagli svolgimenti dell'indagine penale, e dalla verifica delle eventuali responsabilità di natura disciplinare inerenti alla vicenda il cui accertamento è istituzionalmente affidato all'azione degli organi accademici competenti, il Consiglio - si legge nel documento approvato all'unanimità - esprime una ferma e risoluta riprovazione per i gesti e per i contegni ascritti ad un proprio componente, riferiti come avvenuti in occasione dell'esercizio delle sue funzioni accademiche, che sono stati riportati dalla stampa e che ad oggi non risultano essere stati smentiti; gesti e contegni il cui disvalore etico è evidente a tutti".

L'Università procederà ora con un'istruttoria per verificare se esista davvero questo biglietto e in che circostanze sia stato scritto. "Nel corso dell'incontro - si legge in una nota diffusa dal Rettorato - il Prof. Monateri ha fornito la propria ricostruzione degli aspetti rilevanti della vicenda per quanto si riferisce all'attività istituzionale e accademica. Tenendo conto di quanto emerso, che risulta per alcuni versi non coincidente con quanto finora comparso a livello mediatico, l'Ateneo procederà all'istruttoria necessaria e agli approfondimenti utili alla valutazione delle successive decisioni".

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