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Cronaca San Donato / Piazza Lorenzo Bernini

Mendicanti: fermarsi ai semafori costa un occhio della testa

I cittadini segnalano tutti i punti critici di Torino. Da piazza Bernini a corso Dante passando per corso Giulio Cesare e corso Agnelli

Nei parcheggi dei cimiteri o agli ingressi degli ospedali. Agli incroci, ai semafori oppure attorno alle aree mercatali. Non sembra volersi arrestare l'emergenza mendicanti a Torino. Una storia vecchia, senza soluzione. Numerose sono le segnalazioni arrivate da gli automobilisti che quotidianamente si trovano a tu per tu con gruppi di storpi e mutilati pronti a tutto pur di metter nelle proprie tasche qualche centesimo. Qualcuno non ha una mano, qualcuno è senza entrambi gli arti superiori. Altri si trascinano sulle gambe, magari con l'ausilio di un bastone. In piazza Adriano se ne possono trovare dai due ai tre ogni giorno. Stazionano tutti agli incroci con corso Vittorio Emanuele e corso Ferrucci. Approfittano dei tempi lunghi dei semafori per passare di macchina in macchina mostrando le loro deformità. E sperando che questo basti per impietosire l’automobilista e ottenere così da lui qualche centesimo.

“Li incontro ogni giorno. Sono agli incroci tutte le ore – racconta Donato, un cittadino -. Fanno pena ma preferisco non dar loro neanche un centesimo. Sicuramente vengono manipolati da qualcuno. Ed è questo ciò che deve far riflettere”. Meglio non va in corso Dante dove il Mauriziano diventa ogni giorno preda di donne anziane pronte anche a sdraiarsi sul marciapiede pur di impietosire il passante di turno. Non sono storpi ma accattoni coloro che assaltano di mattina e di pomeriggio i corsi Cosenza, Giulio Cesare e Inghilterra. Mostrano cartelli, tendono le mani, si chinano. Ma il succo è sempre lo stesso.

E dalla parte dei cittadini si schiera anche il consigliere comunale del Pdl  Andrea Tronzano. “Un numero sempre maggiore di automobilisti ci ha segnalato i punti critici dove la presenza di questi mendicanti è giornaliera – racconta Tronzano -. E' chiaro che siamo di fronte a delle persone che le studiano tutte pur di elemosinare qualche euro. A pagare sono sempre i cittadini. La soluzione tuttavia ci sarebbe, basterebbe intervenire come prescritto dai regolamenti”.

 

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