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Cronaca

Massimo è vivo e vegeto, ma per l'Inps è morto il 30 ottobre 1998

Quella del musicista Massimo Minotti è una storia che ha dell'incredibile. Si è laureato a Torino nel 1999 ma, per l'istituto di previdenza sociale, era morto un anno prima, cioè 16 anni fa

Massimo Minotti è vivo e vegeto ma per l'Inps è morto da sedici anni. E' una storia davvero incredibile la sua - non la prima di questo tipo purtroppo - che, dopo mesi di battaglie e di carte bollate, si dovrebbe essere risolta.

Minotti è originario di Mantova, ha quasi 40 anni, e nella vita fa il musicista. La sua storia è legata a Torino perché è proprio sotto la Mole Antonelliana che si è diplomato al Conservatorio prima e laureato in Scienze della Comunicazione poi. Laurea arrivata nel 1999, un anno dopo la presunta morte secondo l'istituto di previdenza sociale.

Del "suo decesso" se ne è accorto quando ha notato che non gli erano più state versate sul conto in banca le pensioni di invalidità dei due fratelli, di cui Massimo è il tutore legale. Si è allora rivolto all'Inps, ma quando ha chiesto spiegazioni allo sportello, l'impiegata gli ha detto che risultava morto il 30 ottobre 1998. Un grosso errore, segnalato dalla sportellista dopo diverse verifiche, che però non è stato possibile risolvere con una semplice modifica dell'anagrafica. Sono passati due mesi prima che la situazione si risolvesse. Da settembre - così è stato spiegato all'interessato - arriveranno i soldi.

La storia di Massimo Minotti è simile a quella di Vittorio di Rivoli. A inizio anno il pensionato si era rivolto a Striscia la Notizia perché a casa gli era stata recapitata una lettera in cui si chiedeva il rimborso dei soldi ricevuti per la pensione, essendo stati dati anche dopo la "sua morte". Grazie al programma di Canale 5 anche la sua situazione era stata risolta.

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