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Cronaca Chiomonte

I No Tav tornano in Valle: "Con un metro di Tav si comprano 3 ambulanze"

Manifestazione e corteo da Exilles a Chiomonte quest'oggi. La prefettura però a poche ore dall'inizio ha emesso un'ordinanza con limitazioni sul percorso fortemente criticata dal movimento No Tav. Si vuole evitare un 3 luglio 2011 bis

I manifestanti No Tav tornano in Valle per una nuova marcia di protesta. La manifestazione è stata annunciata come pacifica e negli scorsi giorni era stato illustrato il percorso che le migliaia di persone avrebbero fatto quest'oggi, partendo da Exilles e arrivando a Chiomonte passando dalla centrale elettrica. Percorso che, a quanto dicono i manifestanti stessi, era stato comunicato alle forze dell'ordine e accettato, almeno fino a ieri quando un'ordinanza della prefettura ha imposto alcune limitazioni che giocoforza modificano il percorso del corteo.

La marcia deve essere fatta solo su strada statale e non nei sentieri, anche non battuti, ufficialmente per l'incolumità dei No Tav, così come è stato vietato il passaggio all'interno dei boschi. Ma i manifestanti accusano che "nel solito linguaggio burocratico/militare fioccano divieti e limitazioni con l’intento grammaticale (solo quello) di ribadire la libertà di circolazione in Valle di Susa, però chiaramente dove dicono loro. Tant’è che ci indicano anche il percorso consentito che sarebbe in statale, congestionando il traffico domenicale del quale, a questo punto non siamo responsabili, ci teniamo a dirlo in anticipo".

Il timore è che si ripeta un altro 3 luglio 2011 quando si creò un serpentone di quasi 70 mila persone, le quali diedero vita a una protesta rimasta quasi priva di tensioni fino all'ultimo, quando l'ala radicale dei No Tav si staccò per riprendere in mano l'area sgomberata solo una settimana prima della Maddalena. Non mancarono scontri e la prefettura vuole evitare il bis e vuole far sì che gli attivisti non si avvicinino alla recinzione.

Per cosa va in scena la protesta di oggi? I No Tav la spiegano con i numeri. "Con un solo metro di Tav si potrebbero comprare 3 ambulanze nuove, con 100 metri di Tav si potrebbero mettere in sicurezza decine di scuole, con meno di un chilometro di Tav il reparto maternità di Susa non solo non chiuderebbe ma potrebbe essere potenziato l’intero ospedale". "Ci troviamo di fronte a una situazione paradossale - dicono -. Da un lato i governanti tagliano servizi sociali fondamentali come la sanità o la scuola, con l’ennesima riforma che va a colpire il corpo insegnati e di conseguenza i nostri figli che avranno una formazione scolastica-sempre più-approssimativa. Dall’altro ci troviamo un cantiere divoratore di soldi pubblici per un’opera la cui inutilità è sotto gli occhi di tutti, confermata poche settimane fa dai dati sul traffico merci".

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