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Cronaca Centro / Piazza Carlo Felice

Associazioni in corteo per Mediterranea e contro il razzismo: "Aprite un porto sicuro"

La manifestazione partirà da piazza Carlo Felice

Domani, giovedì 21 marzo, in occasione della Giornata Internazionale delle Nazioni Unite per l'eliminazione della discriminazione razziale, a Torino si scende in piazza per sostenere l'operazione Mediterranea. L'iniziativa è a cura della Rete 21 Marzo, composta da associazioni, organizzazioni sindacali confederali della città di Torino impegnate nella lotta contro il razzismo e le discriminazioni.

L'appuntamento è alle 17 in piazza Carlo Felice, davanti alla stazione ferroviaria di Porta Nuova da dove poi partirà il corteo che, attraversando le vie del centro, raggiungerà piazza Castello (durante l'evento varieranno il servizio alcune linee Gtt). Il senso della manifestazione ruota fondamentalmente attorno all’articolo Tre della Costituzione: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali". 

In piazza anche Arci Torino

All'iniziativa parteciperà anche Arci Torino: "La nave Mare Jonio che sostiene, da sempre, l’ong Mediterranea e le missioni della nave Mare Jonio: martedì 13 novembre aveva organizzato, proprio in città, nei locali del Café Basaglia, una cena di raccolta fondi per sostenere Mediterranea, seguito dalla visione del film “Iuventa”. Mediterranea è infatti sostenuta da varie associazioni, tra cui proprio l’Arci.

 “La Rete 21 marzo, di cui facciamo parte ha convocato la manifestazione “Contro ogni forma di discriminazione e razzismo” - spiega il presidente Andrea Polacchi - Noi saremo al loro fianco e da piazza Carlo Felice chiederemo che il Governo apra al più presto un porto sicuro per l’operazione Mediterranea e per la Mare Jonio". Arci, a livello nazionale, ha incentrato l’azione di questo anno sociale attorno allo slogan “Più cultura, meno paura”. Per questo invita i torinesi, le forze politiche, la società civile a partecipare in massa, e " non cedere alla barbarie e a scendere in piazza per dire al Ministro Salvini che illegale è lasciare morire donne e bambini in mare o nei lager libici. Nessuno può impedire alle persone di sognare la propria sopravvivenza".

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