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Cronaca

Lo Stato non paga e le imprese chiudono

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TorinoToday

È bene fare ordine sulla questione dei debiti della Pubblica Amministrazione per evitare che informazioni parziali o inutili spot elettorali contribuiscano soltanto a creare confusione. In questo tragico scenario - afferma Tommaso Varaldo, Coord. dei giovani di Forza Italia di Torino - l'unica limpida certezza è che lo Stato Italiano rimane il Paese europeo con la più alta quota di debiti commerciali della Pa, pari al 3,3% del Pil. Tra il 2013 e il 2014 gli ultimi esecutivi hanno messo a disposizione 56,8 miliardi di euro.

L'ultimo dato aggiornato relativo al pagamento dei debiti della Pa è del 21 Luglio 2014: l'incidenza dei pagamenti effettuati dallo Stato sul totale dei soldi messi a disposizione è pari al 46 per cento, lo Stato ha pagato solo 26,1 miliardi di euro. Dal 21 Luglio ad oggi, stando alle dichiarazioni rilasciate la settimana scorsa dal Ministro Padoan, lo Stato avrebbe pagato altri 6 miliardi di euro alle imprese. Se sommiamo questi ultimi ai precedenti, ad oggi lo Stato dovrebbe aver onorato 32 miliardi di euro circa, ovvero il 56,3% delle risorse messe a disposizione. All'appello mancano 24,8 miliardi di euro. Ma la cifra, avverte la Cgia, è sottostimata. Se dallo stock del debito - continua Varaldo - dimensionato dai ricercatori della Banca d'Italia (pari a 75 miliardi di euro) si tolgono 8,4 miliardi di euro che sono stati ceduti a intermediari finanziari con la clausola del pro soluto, lo stock di debito nei confronti delle imprese ammonterebbe a poco più di 66,5 miliardi di euro. Per azzerare complessivamente il debito accumulato con le aziende, la Pa dovrebbe quindi pagare, in linea di massima, ancora 35 miliardi di euro.

Ma il vero problema, come ha ribadito più volte la Cgia di Mestre, non è quanto la Pa ha pagato sul totale dei soldi messi a disposizione, ma quanti soldi sono stati dati alle aziende sull'ammontare complessivo del debito contratto dallo Stato nei confronti delle imprese. La verità? - prosegue Varaldo - Il Ministero dell'economia e il Governo non sanno a quanto ammonta realmente lo stock del debito, lo Stato non è in grado di avere una mappatura chiara, una fotografia certa dei debiti cui deve fare fronte se non i dati redatti dalla Banca d'Italia.
C'è poi una procedura di infrazione che attualmente non è stata ancora chiusa, il che significa che lo Stato non solo dovrà pagare i debiti che ha nei confronti delle imprese ma che dovrà anche pagare una sanzione che saremo tutti noi cittadini italiani a dover saldare.

La realtà più sconcertante è che il nostro Paese utilizza determinati metodi e determinate tempistiche quando deve richiedere ai cittadini tasse inique e spesso assassine per poi utilizzare differenti metodi e tempistiche quando deve pagare noi cittadini: rispetto ai 30 o 60 giorni di media europea in Italia lo Stato paga con una media di 180 giorni di ritardo. 5000 imprese private fornitrici di beni e di servizi negli ultimi anni sono fallite causa crediti verso la Pubblica Amministrazione. I tempi della nostra Pa - conclude Varaldo - sono così lenti da far fallire le imprese: ciò non è concepibile da alcuno stato di diritto. Ecco a noi l'Italia, una Nazione in cui si fa sempre più fatica a riconoscersi.

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