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Cronaca

Rifiuti, impianto di Gerbido: Parma chiama Torino

L'Associazione Gestione Corretta Rifiuti ha scritto una lettera aperta alle istituzioni torinesi che hanno detto sì all'insediamento dell'inceneritore del Gerbido

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TorinoToday

Una lettera aperta è stata recapitata oggi da parte dell'Associazione Gestione Corretta Rifiuti Risorse di Parma agli assessorati all'Ambiente della Provincia di Torino e dei comuni di Torino, Orbassano, Rivalta, Beinasco,Grugliasco e Nichelino che riceveranno le compensazioni dovute per l'impianto del Gerbido.

Lo scopo è quello di informare gli amministratori pubblici su quanto a Parma si è studiato e scoperto dal 2006 ad oggi in tema di incenerimento e gestione efficiente dei rifiuti. Ma anche per far si che non debbano trovarsi nella stessa situazione degli amministratori di provincie come quella di Lucca e Forlì Cesena recentemente costituitesi parte civile contro le società che hanno gestito i loro inceneritori senza cognizione di causa.

La provincia di Lucca è infatti parte civile con i comuni della Versilia contro l'amministratore delegato di Tev, gruppo Veolia insieme alla regione, dichiarando di voler perseguire strade alternative all'incenerimento.

La provincia di Forlì Cesena e il Comune di Forlì è parte civile contro i legali rappresentanti di Hera Spa e Mengozzi, per l'attività di due inceneritori.(1)

Anche a Parma è in costruzione un inceneritore, proprio al centro della Food Valley, a fianco di un grande e noto pastificio. Per contrastare questa follia totale GCR ha proposto alternative concrete per una gestione dei rifiuti in linea con l'ultima direttiva europea in materia che indica come azioni prioritarie da intraprendere la prevenzione e la riduzione dei rifiuti, anche attraverso il riuso, rispetto al loro riciclo e smaltimento. Una gestione che mettendo al primo posto la salute dell'ambiente e delle persone tutela e preserva al tempo stesso quell'economia locale che fornisce ricchezza e lavoro al territorio.

Per presentarle si è fatto arrivare in Italia esperti di livello internazionale, anche dagli Stati Uniti, che hanno illustrato nei dettagli quelle soluzioni alternative perseguibili e vantaggiose a livello economico, che salvaguardano la salute pubblica.

Esperti come Frans Beckers, direttore dell'olandese Van Gansewinkel, uno dei 4 maggiori players europei dei rifiuti, che dal 2007 ha deciso di modificare la prospettiva imprenditoriale e trasformarsi da azienda di smaltimento (tramite incenerimento) ad azienda di recupero materia.

Beckers ha parlato alla platea di Parma e dimostrato con i numeri che oggi non ha più senso costruire nuovi inceneritori, perché l'attuale capacità di incenerimento in Europa è già oggi superiore alla disponibilità di materiali e si è dichiarato disposto all'acquisto dei materiali qualora il costruendo inceneritore venisse smantellato.

Jack Macy responsabile del settore ambientale di San Francisco ha raccontato, sempre a Parma, come la raccolta differenziata e il recupero di materia permetta loro di fare a meno degli inceneritori seguendo le indicazioni dei cittadini ormai 30 anni fa. Dopo Parma Macy ha incontrato il sindaco di Roma Alemanno proponendogli di far aderire la capitale alla strategia rifiuti zero. Proprio a questo scopo una delegazione romana si recherà in California, guidata dallo stesso primo cittadino.

Ma ci sono fatti recenti che non hanno avuto eco nazionale e quindi forse non noti in Piemonte che la lettera aperta puntualmente elenca per dare quella visione di insieme che stimoli i singoli approfondimenti:

-In Veneto la raccolta differenziata sta mettendo in crisi gli impianti di incenerimento, che ora vorrebbero attivarsi per importare rifiuti da fuori regione (2);

-A Reggio Emilia il prossimo anno verrà spento l'inceneritore e il progetto di farne uno nuovo è tramontato definitivamente. Al suo posto un impianto di trattamento meccanico biologico o Tmb senza combustione dopo una valutazione economica sfavorevole all'impianto alla luce del livello di raccolta differenziata raggiunta.

Dati evidenti hanno infatti dimostrato l'incompatibilità tra raccolta differenziata e impianti di incenerimento. Entrambi cercano di accaparrarsi gli stessi materiali, e i materiali non si possono moltiplicare a piacere;

-La provincia di Lucca ha previsto un nuovo piano di gestione dei rifiuti che non prevede impianti a caldo, visti anche i disastri compiuti dall'inceneritore di Pietrasanta, ora sotto processo penale per aver inquinato due torrenti a fianco dell'impianto a tre km dalla spiaggia;

-E’ datata 8 novembre la richiesta del eurodeputato dell’Italia dei Valori Andrea Zanoni che con la richiesta all’Efsa di indagare sugli inceneritori ha portato al centro dell’Europa la questione, chiedendo all’Authority sulla sicurezza alimentare uno studio sugli effetti degli impianti di incenerimento sulle colture agricole e sugli allevamenti(3);

-A Brescia dove è in funzione uno degli inceneritori considerati più moderni è boom di tumori (4).

Ci sono inoltre dati preoccupanti che vanno tenuti in considerazione da chi ha scelto come essere umano e amministratore pubblico di caricarsi del peso di questa scelta assumendosene le responsabilità:

-E' a circa 1,3 km di distanza dal camino che si avranno le massime concentrazioni di emissione : dal Gerbido usciranno ogni ora 404mila metri cubi di emissioni, con a 2 km l'ospedale San Luigi Gonzaga, specializzato proprio in pneumologia, che riceverà un aerosol preoccupante. Torino, già ora maglia nera dello smog padano con terzo risultato peggiore d’Europa per il Pm 2.5 e tredicesimo per il Pm 10 aumenta il carico di polveri ultrafini sui suoi abitanti;

-Ogni giorno al Gerbido entreranno 1600 tonnellate di rifiuti e 30 tonnellate di reagenti chimici, ed usciranno 370 tonnellate di scorie, che avranno bisogno di una discarica che non è indicata nel progetto, 30 tonnellate di ceneri volanti altamente tossiche, anche in questo caso non se ne conosce la destinazione, 21 tonnellate di residui del processo di trattamento dei fumi, anche questi rifiuti pericolosi;

-L'incenerimento non chiude il ciclo facendo sparire i rifiuti poiché ne rimane sempre un terzo che trasformato in sostanza pericolosa diventa difficile da gestire e da collocare;

-I 25 milioni di compensazioni ambientali vengono elargiti proprio perché è matematico che i territori e i cittadini subiranno dei danni. Del resto la stessa Trm aveva commissionato uno studio sulle ricadute sanitarie dell'impianto, rispetto ai tre siti candidati ad ospitarlo. Questo studio deve essere comunicato ai cittadini perché possano valutare se prendere precauzioni o meno;

-La teoria sull'incenerimento è stata travolta dalla prassi della raccolta differenziata porta a porta e dalla consapevolezza che le materie prime stiano scarseggiando a livello mondiale. E' anacronistico che l'Italia che di materie prime ne ha poche e che dovrebbe puntare al riciclo totale, vada invece a bruciare ciò che possiede valore economico, come i rifiuti;

- Anche se gli esiti “ufficiali” dopo l'accensione di un inceneritore potrebbero essere rilevabili in termini di mortalità tra 10 o 20 anni, i cittadini troveranno il modo di finanziare monitoraggi scientifici puntuali, su quelle matrici che forniranno dati certi sulla presenza di sostanze tossiche, con la sicurezza della loro provenienza. Come sta accadendo a Viareggio, dove una residente si è costituita parte civile nel processo contro l'inceneritore di Pietrasanta, perché affetta da un tumore che una perizia del Dott. Stefano Montanari mette in relazione con l'aver vissuto per anni accanto ad un inceneritore. Ne ha parlato alla Rai la trasmissione Uno Mattina con un lungo servizio, arrivando alla conclusione che “tutti” gli inceneritori fanno male. (5)

 

Con questa lettera aperta inviata forse non riusciremo a fermare un cavallo in corsa ma come cittadini italiani e associazione GCR non potevamo esimerci dal tentativo di informare e allertare decisori politici, aziendali e altri cittadini come noi sui rischi di una scelta miope dagli esiti devastanti per territorio e salute pubblica, a Parma come a Torino.

 

(1)Inceneritori Hera e Mengozzi a processo

https://www.ilrestodelcarlino.it/forli/cronaca/2011/11/08/615868-inceneritori_provincia.shtml

(2) Pochi rifiuti, impianti in rosso https://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/politica/2011/4-novembre-2011/pochi-rifiuti-impianti-rosso-regione-stoppa-discariche-1902044642355.shtml

(3) Effetti dell'inceneritore sulle colture: Zanoni (Idv) chiede uno studio all'Efsa - ParmaToday
https://www.parmatoday.it/cronaca/effetti-inceneritore-colture-zanoni-studio-efsa.html

(4)Negli adulti è boom di tumori le cause ancora senza risposta

https://brescia.corriere.it/brescia/notizie/cronaca/11_novembre_3/20111103BRE03_10-1902033024041.shtml

La salute diseguale

https://brescia.corriere.it/brescia/notizie/cronaca/11_novembre_3/20111103BRE01_44-1902033024089.shtml

(5) RAI uno mattina

https://www.youtube.com/watch?v=BJtytCBeVQ0

La lettera è pubblicata qui : https://gestionecorrettarifiuti.it/pdf/ParmachiamaTorino.pdf

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