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Cronaca

Accusato di 18 furti in casa offre pochi euro a famiglia: il giudice lo mette ai domiciliari

Ma i colpi erano stati ricchissimi

Duecento euro di risarcimento per ogni famiglia a casa di cui la sua banda aveva colpito portandone via migliaia tra denaro e gioielli, un centinaio di euro in più se era stata rubata anche un'autovettura. Tutto allo scopo di lasciare il carcere. E per lui, a finel luglio 2019, si sono chiuse le porte del penitenziario delle Vallette e si sono aperte quelle degli arresti domiciliari in quanto, secondo il giudice per le indagini preliminari Francesca Christillin, c'è stata "volontà di risarcire le vittime" e un "corretto comportamento processuale".

Il protagonista della storia è un 33enne albanese residente a Moncalieri che era stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Rivoli ad aprile 2019 nell'ambito di un'operazione contro i furti nelle abitazioni di persone abbienti tra ottobre e novembre 2018. Lui, specificamente, era accusato di 18 colpi sui 20 complessivi attribuiti alla banda in mezza provincia.

Difeso dall'avvocato Roberta Sisimbro, l'uomo ha deciso di dare fondo a tutti i suoi contanti (e anche a quelli del fratello che, dopo l'uscita dalla galera, lo ospita nella sua casa di Torino) per mostrare una volontà di risarcimento, sia pure evidentemente parzialissima, visto che il pm Alessandra Provazza, titolare delle indagini, gli contesta somme a quattro zeri e ha dato parere negativo alla scarcerazione (senza però venire ascoltata).

Il processo si aprirà il prossimo 30 settembre e avrà sei imputati, di cui l'unico in carcere resta un romeno di 42 anni. Oltre all'albanese ora ai domiciliari, ci sono altri quattro banditi, tutti romeni e albanesi, che non sono mai stati rintracciati e che quindi verranno processati in contumacia.

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